Chiacchiere di Carnevale

CHIACCHIERE DI CARNEVALE

Chiacchiere di Carnevale

Quando si avvicina il mese di febbraio iniziamo a vederle nelle vetrine di ogni pasticceria. Sfiziose striscioline di sfoglia fritta spolverata di zucchero a velo, uno dei dolci tipici preparati nella ricorrenza che precede la Quaresima. Di chi stiamo parlando? Sì, sono proprio loro: le Chiacchiere di Carnevale. Ma come mai la tradizione le associa a questa festa? Scopriamolo!

Le origini delle Chiacchiere di Carnevale

Sull’origine delle Chiacchiere di Carnevale esistono diverse teorie.

Prima teoria: Antica Roma

Lipotesi più accreditata risale all’epoca dell’Antica Roma. Al tempo si preparavano dei dolcetti a base di uova e farina che venivano fritti nel grasso di maiale, e proprio da qui prendevano il nome di “frictilia”. Una testimonianza la troviamo nel De re coquinaria, un’antichissima raccolta di ricette di cucina romana compilata nel I secolo da Marco Gavio Apicio. Questo gastronomo e cuoco descriveva la loro preparazione come “frittelle a base di uova e farina di farro tagliate a bocconcini, fritte nello strutto e poi tuffate nel miele”. Squisite!
Erano dolci preparati in occasione dei Saturnali e Baccanali, ovvero le feste che corrispondevano all’odierno Carnevale. Per i romani rappresentava un momento di festa popolare e di ricchi banchetti. Per questo i frictilia, essendo molto semplici da preparare e con ingredienti poveri, venivano fatti in grandi quantità da distribuire al popolo in festa.

La tradizione è continuata nel medioevo in quelle che venivano chiamate le “feste dei folli” fino ad arrivare all’epoca cristiana.

Seconda Teoria: origine Napoletana

La leggenda lo fa risalire alla Regina Margherita di Savoia. Come mai? La regina era solita prolungandosi in lunghe chiacchiere a corte, così lunghe da avere un certo senso di fame dopo un po’ che disquisiva con i suoi ospiti. Per cui, le capitò di domandare al cuoco della corte napoletana, Raffaele Esposito, di cucinarle un dolce. Il cuoco, dunque, per placare al più presto l’appetito della regina preparò queste semplici e veloci frittelle. Da qui, la loro funzione di rendere più piacevole la chiacchierata della Regina conferì loro il nome di “chiacchiere”.

La ricetta è sopravvissuta fino ad oggi, modificandosi in base alle varie usanze regionali. La base tuttavia rimane sempre la stessa: sfoglie a strisce dai bordi leggermente rondellati e fritte in olio anziché nello strutto.

Ma andiamo a scoprire come questa ricetta è andata via via ad adattarsi con le diverse usanze delle nostre regioni.

Non Solo Chiacchiere

Chiacchiere di carnevale

Questi dolci fritti non hanno solo il nome di Chiacchiere, ma sono conosciuti con tantissimi nomi diversi a seconda della regione e talvolta della città in cui vengono preparati.

Di seguito un elenco dei nomi utilizzati per riferirsi alle Chiacchiere di Carnevale:

  • Bugie in alcune zone del Piemonte e della Liguria
    • Cenci in Toscana
    • Chiacchiere in alta Umbria, basso Lazio, Abruzzo Citeriore, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, ma anche a Milano, nell’Emilia settentrionale e in alcune zone della Sardegna
    • Cróstoli in Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, alcune zone della Liguria
    • Fiocchetti in Montefeltro, Romagna
    • Frappe in Lazio, bassa Umbria, alcune zone delle Marche e dell’Emilia
    • Frappole in alcune zone della Toscana
    • Galàni zona tra Venezia, Padova e, in parte, Verona
    • Maraviglias in lingua sarda
    • Sfrappe nelle Marche);
    • Sfrappole a Bologna, Romagna
    • Stracci in alcune zone della Toscana
    • Rosoni a Modena

Nonostante gli infiniti appellativi, ci si riferisce alle Chiacchiere sempre come le sfoglie rettangolari, friabili, dorate e spolverate di zucchero a velo che le danno un aspetto e un sapore inconfondibili. Ma cosa cambia a livello della ricetta?

Le diverse versioni delle Chiacchiere di Carnevale

Chiacchiere di carnevale

La ricetta bolognese, dove le Chiacchiere prendono il nome di Sfrappole, è forse la più semplice. Prevede che vengano preparate come dei rettangoli di sfoglia rondellati ai bordi e servite solo con lo zucchero a velo.

Nel Lazio le Chiacchiere vengono chiamate Frappe e si possono preparare sia fritte che al forno, l’importante è che la consistenza finale risulti croccante.

In toscana abbiamo i Cenci, e l’origine di questo nome lo si attribuisce alla forma assunta dai pezzetti di pasta a seguito di cottura. Simili a degli straccetti di stoffa, definiti “cenci” nel linguaggio popolare.

Le Chiacchiere di Carnevale tra il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino sono conosciute come Crostoli. Il loro impasto è uguale a quello delle Chiacchiere classiche, ad eccezione dell’aggiunta di grappa, che le caratterizza. Inoltre, i Crostoli veneziani vengono fatti anche ripieni e al forno.

Nella zona del veneto tra Venezia, Vicenza e Padova troviamo anche i Galani, che a differenza dei Crostoli del resto della regione, di forma rettangolare, sono fatti a nastro.

In Piemonte e in Liguria troviamo le Bugie che come unica variante possono essere aromatizzate e arricchite con dello spumante. Anche in questa zona vengono sia fritte che cotte al forno.

Come mangiarle e conservazione

Che siano a strisce, a rettangoli, a nodini o a fiocchetti, le Chiacchiere di Carnevale vengono servite fredde e possono essere ricoperte da zucchero a velo, miele o cacao. Oppure venire innaffiate da alchermes o, ancora, accompagnate da cioccolato fondente. Quest’ultima è una tradizione che deriva dal sanguinaccio, sangue di maiale fresco che attribuiva loro un sapore acidulo.

Rispetto a tanti altri dolci hanno la caratteristica che, se conservate in un luogo fresco e asciutto e ben chiuse, si mantengono anche per settimane.

Ormai le Chiacchiere sono diventate un dolce simbolo del Carnevale e chi siamo noi per opporci alla tradizione? Andiamo a scoprire come si preparano.

Quali sono i segreti per preparare al meglio questi dolci tipici?

Come ogni preparazione della tradizione italiana, esistono tantissime ricette delle Chiacchiere di Carnevale, che alla fine si differenziano per piccolezze di regione in regione.

Le tante ricette possono cambiare per la scelta degli aromi o per la stesura della sfoglia, che deve comunque risultare sottile ma con la giusta consistenza al morso.

Ingredienti

La base, come abbiamo già detto, è un impasto uguale per tutte le versioni, e comprende farina, burro, zucchero, uova e una componente alcolica. Vino bianco, acquavite o grappa, Sambuca, Marsala, Vinsanto, Brandy o un altro liquore sono ottimi con le Chiacchiere di Carnevale. Poi, una volta pronto, l’impasto viene tagliato a strisce e a volte ripiegato a forma di nodo o fiocchetto.

Cottura:

Esistono due versioni una più tradizionale e l’altra più moderna.
La tradizione vuole la frittura, che le rende croccanti e friabili. Senza residui di unto, e piene delle classiche bolle superficiali che le caratterizzano. In pratica devono sciogliersi in bocca all’assaggio!
Tuttavia, negli ultimi tempi si sta diffondendo la cottura al forno, considerata più salutare e leggera.

Infine, una volta fredde, si spolverano con zucchero a velo o, a seconda della variante, si ricoprono di miele, cioccolato o alchermes. Oppure, ancora, si possono accompagnare con cioccolato fondente o mascarpone montato, e si servono in tavola pronte da gustare!

La nostra ricetta delle Chiacchiere di Carnevale al forno

Per chi non mangia le uova può trovare una versione alternativa qui.

Chiacchiere di carnevale

Ingredienti per circa 25 – 30 Chiacchiere di Carnevale:

  • 250 g di farina 00
  • 25 g di burro morbido
  • 1 uovo
  • 2 tuorli
  • 40 g di zucchero semolato
  • 20 g di rum bianco
  • 8 g di lievito in polvere per dolci
  • 1/2 baccello di vaniglia
  • 1 pizzico di sale
  • zucchero a velo per spolverizzare

Preparazione

Per prima cosa mescolare in una ciotola la farina, il lievito e lo zucchero.
Dopodiché, unite il rum, l’uovo intero e i due tuorli precedentemente sbattuti. Impastate bene fino ad amalgamare il composto e infine aggiungete il burro morbido, il sale e i semi di vaniglia. Lavorate ancora fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo.

A questo punto, formate la classica palla e fatela riposare per 30 minuti a temperatura ambiente avvolta nella pellicola alimentare.

Passaggio successivo

Trascorso questo tempo, prelevate una parte di impasto, lasciando il rimanente nella pellicola per evitare di farlo seccare, e stendetelo leggermente con il mattarello (non occorre infarinare).
Il segreto per ottenere delle Chiacchiere di Carnevale tutte dello stesso spessore è stendere la sfoglia con la macchina della pasta. In questo modo in cottura si riempiranno di bolle e la sfoglia sarà così friabile da sciogliersi in bocca.
Dunque, portarlo allo spessore dei rulli della macchinetta sfogliatrice. Stendetelo portando il tirapasta a uno spessore ogni volta minore fino a ottenere una sfoglia sottile.

Con una rotella dentellata ricavate delle strisce e adagiatele via via che le tagliate su delle teglie rivestite di carta forno.
Prima di infornare, vaporizzatele con dell’acqua in uno spruzzino.

Cottura

Infine, cuocete le Chiacchiere di Carnevale nel forno già caldo a 190° per circa 8-10 minuti (in base allo spessore ottenuto) fino a quando appariranno dorate.

Una volta sfornate lasciatele intiepidire prima di spolverizzatele con lo zucchero a velo e… voilà! A questo punto alle Chiacchiere di Carnevale manca solo una cosa: essere gustate!!!

 

In questo periodo di festa potete sostituirle al vostro spuntino quotidiano, se state seguendo il programma di Mi Piace Così, vi consigliamo di parlarne prima con il vostro nutrizionista che vi saprà consigliare al meglio.

Mentre, se volete scoprire altri snack più ipocalorici, potete approfondire l’argomento qui.
Fateci sapere che merenda scegliete nei commenti.

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