CONSIGLI PER PERDERE PESO

Spesso la dinamicità della nostra routine quotidiana e la mancanza di tempo non ci permettono di dedicare attenzione al nostro corpo e al nostro benessere. Ognuno di noi ha il desiderio di sentirsi bene nella mente e nel corpo, anche se non sempre è facile. Per questo ci concentreremo sui giusti consigli per perdere peso.

Ma come possiamo fare per iniziare a cambiare mentalità e vederci nel corpo dei nostri sogni?

In prima battuta bisogna iniziare a capire quali sono stati gli errori che ci hanno portato ad aumentare di peso.

Gli errori che più spesso può capitare di commettere riguardano:

  • disorganizzazione alimentare
  • scarso movimento
  • diete sbilanciate e troppo restrittive
  • utilizzo quotidiano di alimenti superflui per il nostro corpo
  • scorretta interpretazione dei risultati della dieta

Vediamo insieme questi punti.

Consigli per perdere peso: combattere la disorganizzazione alimentare

consigli per perdere peso

Come per qualsiasi altro aspetto della nostra vita, anche l’alimentazione ha bisogno della sua organizzazione.

Immaginiamo se nel nostro lavoro di tutti i giorni non utilizzassimo un metodo, quanti errori faremmo?

Per ciascuna giornata della settimana dobbiamo avere un piano alimentare stabilito in precedenza, in modo tale da non arrivare impreparati e rischiare di consumare alimenti troppo calorici per le nostre esigenze.

Sarà quindi essenziale dedicare particolare attenzione alla scelta degli alimenti presenti nelle nostre credenze. Quindi, si parte proprio dal supermercato.

Segnatevi il primo dei consigli per perdere peso.

Mentre fate la spesa ponetevi le seguenti domande: quali alimenti mettere nel carrello? E in quali quantità? Qual è la frequenza settimanale del pesce, della carne, dei legumi e delle uova? Quante volte al giorno è necessario consumare la verdura e la frutta?

Dunque, quando andiamo al supermercato dobbiamo pensare a queste domande e iniziare a pianificare la settimana alimentare proprio da qui.

Molte volte uno degli scogli più difficili è proprio la verdura. Consumare infatti tre porzioni al giorno di verdura non è sempre così facile da un punto di vista organizzativo. Dobbiamo imparare a trovare una soluzione a queste difficoltà. Per esempio, quando si ha tempo, sarebbe utile preparare la verdura non solo per il giorno stesso, ma anche per i giorni a venire, preparandone in grandi quantità.

Lo scarso movimento 

Lo sappiamo, per perdere peso parte di quello che conta è… la matematica!

Infatti, per perdere peso è necessario che le calorie introdotte non superino il nostro dispendio energetico che dipende, in parte, da quanto movimento facciamo durante la giornata.

Quindi, lo scarso movimento può essere un complice nascosto insieme alle scorrette abitudini alimentari.

Ma non pensiamo che serve andare a correre la maratona. Infatti, una mezz’ora al giorno o 3-4 ore alla settimana sono già sufficienti per ottenere un risultato tangibile. Tutto quello che dobbiamo fare è, ancora una volta, organizzarci a puntino e cercare di trovare il tempo di muoverci.

Quale sport scegliere? Spazio all’immaginazione, va bene davvero tutto: nuoto, corsa, palestra…

Ogni metodo di allenamento ha un suo vantaggio specifico, ma dal momento che non dobbiamo andare a fare le Olimpiadi, l’importante è che ci piaccia davvero e sul serio. Perché per essere efficace deve entrare nella nostra routine. Quindi, tra i consigli per perdere peso segnatevi: fare più movimento!

Le diete sbilanciate e troppo restrittive

Quante volte abbiamo sentito: per perdere peso è necessario togliere i carboidrati. Chiediamoci, quanto lontano ci ha portato questo metodo? La risposta è molto poco.

Le diete sbilanciate possono dare risultati nel breve periodo. Ma a cosa rischiamo di andare incontro? Fanno bene alla nostra salute? Quando la dieta finisce cosa facciamo? Di sicuro, questo tipo di alimentazione non è tra i consigli per perdere peso che vi raccomandiamo.

Dobbiamo iniziare a ricercare degli strumenti in grado di farci mantenere un risultato nel tempo e non uno fugace e di scarso spessore. Che rischia solo, alla lunga, di farci prendere ancora più peso di prima.

Non solo una dieta squilibrata, ma anche una dieta troppo restrittiva portata avanti per molto tempo alla lunga può portare a dei rischi. Infatti, più è ampio il deficit calorico più aumenta il  rischio di perdere massa muscolare. E lo sappiamo, è il muscolo che fa il metabolismo e se il muscolo è carente, è carente anche il nostro metabolismo.

Non solo, ma deficit calorici troppo pronunciati rischiano anche di mettere in atto degli adattamenti di “risparmio” che fanno diventare il nostro metabolismo molto efficiente. In questo caso però “efficiente”, aimè, non è in senso positivo.

Un metabolismo “efficiente” è un metabolismo molto bravo a risparmiare le calorie e questo complica la perdita di peso.

Quindi, dobbiamo porre attenzione a questi due aspetti della dieta: il fatto che sia equilibrata e che non ci sia un deficit calorico troppo marcato.

L’utilizzo quotidiano di alimenti superflui per il nostro corpo

Molto spesso sembra quasi un arcano.

In modo inspiegabile si pensa: “eppure non mangio tanto, come mai ho preso tutto questo peso?”

Dobbiamo ragionare in termini di densità calorica. Infatti, spesso ci sembra di mangiare poco in termini di quantità, ma la densità calorica di quello che mangiamo è invece molto alta.

Per renderci conto di quanto mangiamo può essere utile fare un diario alimentare (segnatelo nel vostro elenco dei “consigli per perdere peso”).

Come funziona:

1- Iniziamo a scrivere tutti gli alimenti, i condimenti e le bevande che assumiamo, uno per uno

2- Di fianco agli alimenti, segniamo anche la quantità

Facendo in questo modo ci possiamo rendere conto che, anche se le quantità sono basse, la densità calorica invece può essere molto alta.

Non solo, molte volte diamo poco peso al biscottino, al formaggino o al cioccolatino di turno. Magari da sole queste cose possono non avere peso, ma sommate insieme, giorno dopo giorno, possono fare la differenza. E soprattutto questi alimenti non aggiungono nulla di buono al nostro corpo da un punto di vista nutrizionale.

Consigli per perdere peso: imparare ad interpretare correttamente i  risultati della dieta

Ci sono volte invece che facciamo le cose per bene. Ma la bilancia non ci dà soddisfazione, rimane ferma.

Non sempre rimanere fermi con il peso coincide con il non avere risultati.

Spesso infatti la bilancia deve essere “interpretata”. Il peso che prendiamo o che perdiamo non sempre va attribuito al grasso.

Infatti, in termini grossolani, possiamo dire che il peso che prendiamo o che perdiamo è rappresentato da liquidi, muscolo e grasso. La bilancia invece ci dice che aumentiamo o diminuiamo di peso, quindi non ci dice tutto.

Non solo, a volte basta un’eccezione per far salire il peso anche di 1 kg o più. Ma questo peso è grasso? Di certo no, per aumentare di peso, così come per perderlo, ci vuole costanza.

Quindi, a volte pensiamo che la dieta sta andando male, quando invece ci serve solo un’indicazione, una guida o un incitamento per continuare a fare bene.

Come dovrebbe essere un piano alimentare per perdere peso?

Le linee guida internazionali sono molto chiare a riguardo e indicano la Dieta Mediterranea come il modello alimentare che più di tutti negli anni ha mostrato la sua validità. Non a caso il 16 novembre del 2010 l’UNESCO ha iscritto la Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Dunque, è questo modello nutrizionale da segnare tra i consigli per perdere peso.

Cos’è nella pratica la Dieta Mediterranea?

Questo modello si basa su un elevato consumo di prodotti di origine vegetale, come verdura, frutta fresca e in guscio, cereali integrali e legumi. Un moderato consumo di pesce, crostacei, carne bianca, uova e latticini. Anche l’uso di prodotti alimentari tradizionali caratterizza questo modello alimentare salutare. Il consumo di carne rossa, di carne lavorata e di cibi ricchi di zuccheri e di grassi avviene in piccole quantità e con una frequenza minore. La principale fonte di grassi della Dieta Mediterranea è l’olio di oliva.

consigli per perdere peso

In sintesi possiamo dire che la Dieta Mediterranea si caratterizza dalle seguenti frequenze settimanali:

  • almeno 3 volte a settimana pesce
  • almeno 3 volte a settimana legumi
  • 3 volte a settimana carne bianca
  • 2 volte a settimana formaggi
  • 2 volte a settimana uova

Tra i consigli per perdere peso, durante una singola giornata, non possono mai mancare:

  • almeno 30-40 minuti di esercizio
  • almeno 10-12 bicchieri di acqua
  • almeno 1-2 porzioni di cereali integrali o derivati (riso, pasta, segale, orzo, farro, avena, pane ecc)
  • 2 cucchiai di olio di oliva extra vergine
  • 1-2 porzioni di lattici (latte e yogurt)
  • 2 porzioni di frutta e almeno 2 porzioni di verdura

Il profilo lipidico di questa alimentazione è in linea con le raccomandazioni: alto contenuto di acidi grassi buoni (monoinsaturi, acidi grassi omega-6 e omega-3).

Inoltre, altri aspetti positivi propri della Dieta Mediterranea sono un alto consumo di fibra alimentare e di sostanze antiossidanti con effetti anti-infiammatori che possono agire in modo positivo sul nostro stato di salute.

L’incontro con il nutrizionista

Ci rendiamo conto che le cose da tenere a mente non sono poche. Per questo, solo se avete stilato una lista dei consigli per perdere peso, riuscirete a tener traccia di tutti i punti.

Oggigiorno per tutto esiste il professionista che può aiutarci ad andare nella direzione giusta. In questo caso, il nutrizionista è la figura professionale che più di tutte è in grado di darci una spinta iniziale e indicarci la via.

Una soluzione completa: piano dimagrante Mi Piace Così

Consigli per perdere pesoMa se la soluzione fosse ancora più semplice? Esiste un programma alimentare che tiene conto di tutti questi aspetti visti assieme e il suo nome è Mi Piace Così.

Con Mi Piace Così si hanno a disposizione dei piatti già pronti, pesati ed equilibrati che hanno come unico scopo quello di mantenerci in salute e farci perdere peso nel modo più corretto possibile.

Si tratta di un piano nutrizionale improntato sulla Dieta Mediterranea che mette a disposizione un nutrizionista in grado di guidarci verso il risultato dei nostri sogni e darci tutti i consigli per perdere peso.

Non solo, con Mi Piace Così ci sono più di 60 piatti diversi, un’altissima varietà (date un’occhiata ai menù) che permetterà al nutrizionista di rendere aderente il programma anche da un punto di vista di gusto. Il tutto arriva a casa vostra e non dovete far altro che… mangiare!

Dimagrire senza fatica

Vuoi dimagrire senza fatica, ma hai una vita troppo frenetica e non riesci a seguire una dieta?

Un percorso alimentare sano ed equilibrato richiede impegno e costanza, per questo ti ritrovi sempre davanti alle solite frasi:

 

“Non riesco a cucinare tutte quelle cose”

“Da lunedì, giuro, mi metto a dieta”

“Dopo le festività mi metto a dieta” o forse è meglio dopo l’estate?

 

Lo sappiamo, i mille impegni tra lavoro, casa e famiglia non vi permettono di avere un attimo di tregua. Non riuscite neanche a preparare la “schiscetta” da portare a lavoro.

 

Se vi ritrovate in quello che state leggendo, allora siete nel posto giusto!

Infatti, c’è una STRATEGIA per dimagrire senza fatica, ma prima di scoprire quale sia, è necessario fare chiarezza su alcuni punti.

Vediamoli insieme.

 

Dimagrire senza fatica: come si perde peso

Per capire come dimagrire senza fatica è necessario comprendere come si fa a perdere peso in maniera sana. Questo succede quando c’è un bilancio calorico negativo. Cosa significa?

Il bilancio calorico negativo è il prodotto di un rapporto molto semplice: se le calorie che spendiamo sono maggiori di quelle che accumuliamo a quel punto il bilancio calorico è negativo.

Un bilancio calorico negativo a sua volta porta a una riduzione del grasso adiposo.

Ricordate che l’alimentazione è fondamentale per la propria salute quindi evitare il fai da te, i beveroni e le diete trovate su Google, le app, i consigli degli amici. Per perdere peso è necessario affidarsi ad un professionista!

Dieta non è privazione

Dimagrire senza faticaDimagrire senza fatica è possibile e basta davvero poco, vi svelo un segreto.

Lo sapevate che la parola dieta significa “stile di vita”? Eppure, quando parliamo di dieta pensiamo subito a qualcosa di negativo e restrittivo piuttosto che a un benessere psicofisico.

Per questo motivo la maggior parte delle diete fallisce.

Perché quando iniziamo una dieta, automaticamente pensiamo ad una punizione, ad un periodo di rinunce, di alimenti insipidi, sconditi e tristi. O, ancora, ad un periodo di controllo e sacrificio.

Ma è davvero così?

La verità è che non dovete rinunciare a nulla perché per natura se qualcosa ci viene proibito noi ne vogliamo di più.

Quindi qual è la soluzione?  Il segreto sta nelle quantità che devono essere contenute.

Dimagrire senza fatica con la dieta mediterranea

 

Avrete sicuramente sentito parlare della Dieta Mediterranea

Piramide alimentare

Infatti, come dimostrato dalle evidenze scientifiche, ad oggi la Dieta Mediterranea rappresenta un vero e proprio modello di alimentazione sana e sostenibile. Contrasta il rischio di insorgenza di importanti patologie croniche come diabete, ipertensione arteriosa ed obesità.

Nella piramide alimentare possiamo vedere i diversi tipi di alimenti che caratterizzano la dieta mediterranea:

  • in alto ci sono quelli da mangiare di rado (per intenderci, una volta al mese)
  • man mano che si scende troviamo alimenti da assumere con frequenza sempre maggiore (ogni giorno), per indirizzare ciascuno di noi verso un’alimentazione bilanciata

Nella piramide alimentare troviamo:

  • tutti i giorni cereali non raffinati, verdura, legumi, frutta, noci, olio di oliva, latte e derivati e attività fisica
  • ogni settimana pesce, uova, carne di piccola taglia
  • ogni mese carne rossa

Quindi, come avrete di certo compreso, la dieta mediterranea è caratterizzata da una serie di alimenti da consumare tutti i giorni, in proporzioni ben definite.

Parlando di numeri, i vari macronutrienti (carboidrati, grassi e proteine) devono essere distribuiti all’incirca secondo la seguente ripartizione:

Dimagrire da casa senza sforzo

Abbiamo capito qual è la dieta migliore per dimagrire, ovvero: la Dieta Mediterranea. E di certo, qualcuno di voi ha già seguito questa dieta ma non è riuscita ad ottenere i risultati tanto attesi per fretta, mancanza di tempo o troppi sforzi.

In una vita sempre più frenetica avete mai pensato di rallentare con una dieta sana e bilanciata che arriva con comodità a casa vostra?

Non dovreste più pensare a cosa preparare e a quante calorie assumere, anzi avrete a disposizione più tempo per prendervi cura di voi e dedicarvi a ciò che preferite.

 

Invece di passare ore davanti ai fornelli o all’interno di un supermercato, potrete godervi una bella passeggiata o qualche corso in palestra per rendere ancora più efficace il vostro dimagrimento.

Sì, proprio così quello che vi stiamo dicendo è che potete dimagrire senza fatica con il metodo dimagrante Mi Piace Così.

Infatti, Mi Piace Così è un programma dimagrante innovativo basato sulla dieta mediterranea per perdere grandi quantità di peso. Si presenta come una soluzione alimentare personalizzata con piatti pronti dalla colazione alla cena.

Troverete all’interno ricette gustose e appetitose ideate realizzate dai nostri chef senza coloranti, conservanti, additivi ed esaltatori di sapidità.

Non parliamo di dieta ma di rieducazione alimentare. Con il nostro menù a basso apporto calorico potrete dimagrire senza fatica.

Dieta e pasto libero?

Se state pensando al vostro pasto libero potete stare tranquilli. Infatti, per dimagrire senza fatica un pasto diverso dalla dieta, di tanto in tanto, DEVE essere previsto.

Con il programma Mi Piace Così vi forniremo la nostra guida che vi accompagnerà passo dopo passo durante il percorso dimagrante.

Troverete tutte le informazioni utili per scegliere il pasto più adeguato da mangiare al bar, ristorante o in pizzeria.

 

Non dovrete rinunciare a mangiare fuori: ristorante e dieta possono andare d’accordo, a patto di scegliere i cibi giusti.

 

Inoltre, durante il vostro percorso di dimagrimento non sarete mai soli. Ci sarà accanto a voi un nutrizionista. Una professionista che attraverso un percorso di rieducazione alimentare volto a modificare stili di vita scorretti, è in grado di aiutare ciascun paziente a gestire la propria alimentazione in modo sereno e senza ansie. Con l’obiettivo di assicurare il benessere psico-fisico.

Dimagrire senza fatica

Quindi, basta sapere cosa mangiare! Oltre alla guida cartacea, c’è sempre il consiglio del vostro nutrizionista pronto ad aiutarvi.

Nei menù di ogni ristorante potrete trovare quello che fa per voi e godervi un piatto gustoso ma al tempo stesso salutare.

Concedersi una finestra di spensieratezza per dimagrire senza fatica e per liberare la mente dal continuo programmare quali alimenti e in quali dosi. Per assecondare le proprie papille gustative e per concedere al corpo una scorta di energie in più. Il pasto libero è infatti pilastro della dieta flessibile ed è utile per la perdita di peso, ma soprattutto per il mantenimento di un organismo sano e funzionante.

Ai fattori puramente biologici e nutrizionali, quindi, vanno ad aggiungersi quelli psicologici e sociali.

ESEMPIO PRANZO AL RISTORANTE

Vediamo insieme un esempio di pasto al ristorante che potete fare anche quando siete a dieta e che vi permette di continuare a dimagrire senza fatica:

ANTIPASTO DI MARE: insalata di polipo

PIATTO PRINCIPALE: pesce alla griglia con insalata mista o verdure + una fetta di pane integrale

DOLCE: Sorbetto al limone o frutta fresca

Non male, vero?

Alimentazione e sport: binomio perfetto

Per dimagrire senza fatica oltre a seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è importante inserire nelle proprie giornate l’attività fisica.

Perché è così importante? La sedentarietà, oltre a predisporre all’obesità, può compromettere altri aspetti della salute. Uno stile di vita poco attivo è un fattore di rischio per patologie.

Quello tra sport e alimentazione è un connubio vincente, in grado di dare il miglior contributo nel favorire il pieno sviluppo dell’organismo, nella prevenzione a lungo termine e nella promozione della salute.

Quali sono i vantaggi che derivano da attività fisica associata a corretta alimentazione?

L’unione tra il mangiare bene e praticare una regolare attività fisica fa bene alla salute, oltre a permettere di dimagrire senza fatica:

  • Migliora il profilo lipidico plasmatico, facilitando il controllo del sovrappeso e dell’ipertensione arteriosa
  • Stimola la circolazione del sangue
  • Rallenta la perdita di massa muscolare
  • Protegge e aiuta a prevenire le malattie cardio-circolatorie
  • Favorisce il buonumore
  • Se si svolge all’aperto, stimola la produzione di vitamina D, favorendo l’assorbimento del calcio
  • aumentare la resistenza
  • aumentare la potenza muscolare
  • migliorare la flessibilità delle articolazioni
  • migliorare la funzionalità respiratoria

 

L’attività fisica è una preziosa alleata della salute. Per ottenere benefici è necessario svolgere attività sportiva con regolarità.

Dieta e stress

Per dimagrire senza fatica è necessario allontanare lo stress. Alcune ricerche indicano che rabbia e stress vanificano i tentativi di dimagrire, anche quando si segue uno stile alimentare equilibrato e si pratica movimento.

Quindi sì alimentazione equilibrata e movimento, ma indubbiamente incide anche la qualità della vita. Per questa ragione, il programma dimagrante Mi Piace Così è pensato per semplificare le vostre giornate.

Dimagrire senza fatica

Come?

1- riducendo il tempo ai fornelli

2- non dovendo andare a fare la spesa

3- trovando già tutto pronto e solo da scaldare

4- non è necessario pesare e cucinare gli alimenti, sono già pronti!

5- piatti gustosi ed equilibrati

 

In questo modo avrete più tempo ed energie da dedicare a ciò che più preferite, invece che indirizzarlo nella dieta.

Se state pensando di dimagrire e non sapete da dove partire o avete poco tempo a disposizione vi aspettiamo all’interno del programma Mi piace così. Il programma che vi permette di dimagrire senza fatica.

Se desiderate ricevere maggiori informazioni, potete visitare il nostro sito  oppure chiamarci al n° 02 94 75 19 90.

 

CARBONARA DAY

Ammettiamolo. Quante volte girando il mondo ci è capitato di sederci in un ristorante italiano e scegliere gli spaghetti alla carbonara? Piatto iconico romano conosciuto in tutto il mondo. Un piatto che non ha bisogno di presentazioni. Amato dovunque e soprattutto dagli italiani. La “signora” carbonara è tra i “piatti sgarro” per eccellenza nella nostra cultura.

La carbonara – le origini

Vi siete mai chiesti quali siano le origini della carbonara? Seppur sembrano incerte, vi sono in circolazione diverse ipotesi. La più accreditata riconduce la sua comparsa per la prima volta nel Lazio. Infatti, quando si va a Roma una buona carbonara non può mai mancare.

Tuttavia, sembrerebbe che la prima ricetta pubblicata della carbonara non sia nemmeno italiana.

Carbonara

Di certo, però, possiamo sfatare un mito: l’idea che il piatto origini dai carbonai. Il nome con cui venivano chiamati in passato i pastori. Immaginarli a riempire la gavetta di spaghetti conditi con uova, guanciale e pecorino è tanto affascinante quanto antistorico. Eppure, rispetto a tante altre ricette, della carbonara non se ne parla fino al secondo dopoguerra.

Come mai questa ricetta non compare nella Scienza in cucina dell’Artusi a fine ‘800 e nemmeno in tutti i libri dedicati alla cucina popolare romanesca scritti prima del 1944? Tenetevi forte! Sembrerebbe che la prima ricetta della carbonara sia stata pubblicata nel 1952 negli Stati Uniti. Esatto, in America. Per la precisione, in una guida dei ristoranti di un distretto di Chicago di Patricia Bronté.
L’autrice riporta una ricetta piuttosto precisa e lascia poco spazio ai dubbi: si tratta proprio della carbonara che tutti conosciamo!

La comparsa della prima ricetta italiana, invece, è datata agosto 1954 quando appare sulla rivista La cucina italiana. Nonostante gli ingredienti non siano gli stessi che conosciamo oggi.

Carbonara: spaghetti o rigatoni?

Come appare evidente il mito della carbonara porta con sé origini diverse. Addirittura varie ipotesi continuano ad alimentarsi, sarà anche questo a renderla ancor più speciale.

E voi per la carbonara quale pasta utilizzate: spaghetti o rigatoni? In Italia, si può dire che vengano utilizzati entrambi, in base al gusto di ciascuno. Che siano spaghetti o rigatoni alla carbonara, entrambi rappresentano uno dei pilastri della gastronomia italiana.

 

Questo piatto viene ritrovato in numerosi ristoranti di tutta Italia, da quelli più turistici a quelli più tipici romani che hanno messo radici in altre regioni. Trattandosi di un piatto così rappresentativo del nostro paese, anche i migliori ristoranti lo propongono nei loro menù.

La ricetta originale

Si possono trovare diverse varianti, che possono essere più o meno apprezzate.

Prima di scoprire le varianti, vediamo quella che sembrerebbe essere la ricetta originale della carbonara. La lista degli ingredienti prevede:

Carbonara

  • uova
  • pepe
  • parmigiano o pecorino
  • pancetta

Come tante ricette anche questo piatto ha subito delle evoluzioni nel corso degli anni. La consacrazione a ricetta nazionale avviene con la pubblicazione delle ricettario La grande cucina di Luigi Carnacina nel 1960. È in questa pubblicazione che per la prima volta viene introdotto il guanciale di maiale, al posto della pancetta, e la panna. Ingrediente che sarà spesso presente nella ricetta.

Nei primi quarant’anni di vita della carbonara, oltre alla panna, tra gli ingredienti trovano il proprio spazio anche vino, aglio, cipolla, prezzemolo, peperone, pepe e peperoncino, dimostrando un’estrema variabilità della sua composizione.

Servirà arrivare agli anni ‘90, quando tutti questi ingredienti verranno eliminati consentendo l’affermazione lenta, ma costante, dei tre e unici classici ingredienti che tutti oggi conosciamo:

  1. uovo (con netta prevalenza del tuorlo)
  2. pecorino
  3. guanciale

Con l’aggiunta più o meno abbondante del pepe.

Carbonara: le varianti

Come dicevamo, ancora oggi, esistono numerose varianti della ricetta tradizionale della carbonara. Alcune si ricollegano a ricette del passato continuando ad utilizzare la panna o la pancetta, altre tendono a sostituire alcuni alimenti. Anche per questa ragione, viene considerata la ricetta più “falsificata” sia in Italia che all’estero. Insieme a pasta al pesto, lasagne alla bolognese e tiramisù. Giusto per citarne alcuni.

Ingredienti

Il “tradimento” più comune negli spaghetti alla carbonara riguarda la sostituzione del guanciale, oltre che con la pancetta già citata, con il prosciutto o la salsiccia piccante. Mentre, l’aggiunta di panna, cipolla o carciofi è più rara ma comunque possibile.

I più fantasiosi sostituiscono il guanciale con i wurstel o utilizzano i tortelli come pasta. Talvolta, per andare incontro ai vari palati si possono trovare anche versioni di mare, per esempio con i gamberi crudi, oppure la versione vegetariana con le verdure. Insomma ogni palato è soddisfatto.

Per concludere questo viaggio alla scoperta della carbonara, vi lasciamo la ricetta originale della tradizione qui sotto.

Ricetta tradizionale della carbonara

Spaghetti alla carbonara

 – la ricetta originale

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 tuorli
  • pepe nero q.b.
  • 200 g di guanciale a listarelle
  • 400 g di pasta
  • 150 g di pecorino
  • 25 cl di vino bianco

Procedimento

In una padella antiaderente lasciate cuocere il guanciale a fuoco lento finché non diventa dorato e croccante, poi tenete da parte metà delle listarelle croccanti e sfumate le restanti con il vino bianco.

In una boule, unite il pecorino, le uova, il guanciale sfumato col proprio grasso e pepe nero macinato grossolanamente. Amalgamate il tutto fino a ottenere un composto omogeneo.

Scolate gli spaghetti al dente e uniteli al composto, iniziando a mantecare a bagnomaria. La salsa comincerà a sciogliersi e poi a rapprendersi. Quando avrà raggiunto la giusta densità, impiattate guarnendo con il guanciale croccante, una spolverata di pepe e pecorino.

Ora che abbiamo la ricetta in mano, vi starete chiedendo come possiamo inserirla all’interno di un’alimentazione sana ed equilibrata. Se la pasta secondo le linee guida nazionali viene consigliata ogni giorno e l’uovo due o tre volte a settimana in base ai fabbisogni energetici, il guanciale appartiene alla categoria delle carni trasformate e lavorate, il cui consumo è consigliato solo di rado. Di conseguenza la carbonara è uno di quei piatti da consumare ogni tanto. È vero che esistono i famosi pasti “sgarro”, per cui potete inserirla in quelle occasioni. Alternando la carbonara ad altri piatti che vi piacciono e non consumate nella quotidianità.

Carbonara a dieta

La carbonara a dieta è possibile? Assolutamente sì! Come? Nel contesto di un’alimentazione sana e bilanciata tutti gli altri giorni, non serve rinunciare a nulla. Anche se siamo a dieta e stiamo cercando di perdere quei chili di troppo. Vi potrà sembrare impossibile eppure è così. Non è rinunciare per un certo periodo di tempo a qualsiasi alimento gustoso che ci farà dimagrire in modo stabile e duraturo. Ma piuttosto imparare ad alimentarci in modo salutare e adeguato ai nostri fabbisogni. Comprendendo di tanto in tanto anche una deliziosa carbonara.

È proprio in questo che il programma nutrizionale di Mi Piace Così vi viene in aiuto. Piatti salutari e bilanciati in tutti i macronutrienti che vi permettono di mantenervi in forma e concedervi le gioie del palato. L’importante è nella quotidianità seguire il programma pensato apposta per voi dai nostri nutrizionisti. Piatti unici che si ispirano al modello di dieta mediterranea, già pronti da gustare e un vasto menù ricco di varianti per tutti i palati. Potete vedere qui tutti i piatti disponibili e farci sapere quali preferire nel vostro programma nutrizionale.

DIETA SENZA EFFETTO YO-YO

Una dieta dimagrante è uno dei modi più efficaci per perdere peso e ottenere un corpo sano e in forma. Tuttavia, molte diete che promettono risultati rapidi, non possono assicurare che siano duraturi. Ecco che si va incontro all’effetto yo-yo e una volta interrotta la dieta si recupera tutto il peso perso.

Volete scoprire come scegliere la dieta dimagrante senza effetto yo-yo migliore? Leggete quest’articolo!

Perché si va incontro all’effetto yo-yo?

Dopo tutti gli sforzi fatti: la fame, il digiuno, le limitazioni dei carboidrati e dei cibi che ci piacciono tanto, alla fine vediamo sulla bilancia quel numero che tanto desideravamo. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo! Finalmente possiamo interrompere la dieta dimagrante e concederci quel pezzettino di cioccolato che ormai sogniamo da settimane o un bel piatto di pasta.
Ma le restrizioni sono state così tante che non ce la facciamo più, iniziamo da un pezzettino del nostro cibo preferito, per cadere negli eccessi. Non mangiavamo più carboidrati e andando a inserirli di nuovo l’ago della bilancia inizia ad alzarsi.

dieta senza effetto yoyo

Tutti gli sforzi fatti sono vanificati. Il peso risale e magari anche con gli interessi. Perché? Penserete di star mangiando troppo, troppi carboidrati o di non aver controllo sulla vostra alimentazione.

La verità è che una dieta dimagrante estrema e poco salutare ha sempre come retro della medaglia l’effetto yo-yo.

Non c’è scampo. Se priviamo di nutrienti il nostro organismo, lui inizierà a chiederne sempre con più insistenza e la forza di volontà ha i suoi limiti.
Se eliminiamo i carboidrati, è fisiologico che una volta introdotti di nuovo, il peso salirà. Perché? Perché per ogni grammo di glicogeno (la forma in cui i carboidrati sono immagazzinati nel corpo) ce ne sono tre di acqua. Per cui, è naturale pesare di più una volta che le scorte dell’organismo si riempiono.
Le restrizioni eccessive, la dieta del limone, del minestrone e tutte quelle che promettono risultati rapidi, non sono la soluzione che cercate. Chi di voi le ha provate, lo sa di sicuro.

Quindi, come evitare l’effetto yo-yo?

Per evitare l’effetto yo-yo è importante non seguire una dieta dimagrante troppo restrittiva o “detox” che possono causare un rapido calo di peso seguito da un rapido recupero. Infatti, è un rischio comune quando si cerca di perdere peso in velocità.

Qual è la dieta dimagrante senza effetto yo-yo migliore?

Esistono numerosissime diete, dunque, come scegliere quella giusta? Può sembrare una risposta banale, ma la dieta dimagrante migliore è quella che soddisfa i bisogni nutrizionali di ciascuno di noi. Non esistono strategie miracolose. Esiste il creare piani bilanciati in tutti i macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) e micronutrienti, che prevedano qualche sfizio, che concedano “pasti liberi” in famiglia e con gli amici o per gli eventi importanti.

Piatto di Harvard dieta senza effetto yoyo

 Se una dieta rispetta questi semplici punti, allora si tratta di quella giusta. Così perderete peso in modo sano e sostenibile.

 Infatti, la dieta dimagrante senza effetto yo-yo deve essere prima di tutto sostenibile e insegnare nuove abitudini alimentari. Poiché le vecchie hanno portato un aumento di peso e grasso corporeo, diviene necessario apprendere nuove abitudini più salutari ed equilibrate. Per perdere i chili accumulati e mantenere i risultati ottenuti nel tempo.

Le diete più comuni includono:

Qual è la migliore? Dipende dalle vostre esigenze. Sono tutte diete sane e che evitano l’effetto yo-yo se studiate da un nutrizionista. Perciò, è sempre importante consultare un professionista per valutare quale sia la dieta più adatta.

Dieta dimagrante: cosa mangiare per perdere peso velocemente?

Come abbiamo appena detto mangiare in modo sano ed equilibrato, all’interno di una dieta dimagrante, è la chiave per un dimagrimento sano e duraturo. Cosa fare nel pratico:

  1. non stuzzicare continuamente fuori pasto
  2. non saltare i pasti principali
  3. bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno
  4. mangiare verdura ad ogni pasto, sia cotta che cruda
  5. fare attenzione ai condimenti, 1 cucchiaino di olio è la quantità giusta
  6. non eccedere con la frutta, 2-3 frutti al giorno sono sufficienti
  7. un bicchiere di vino ogni tanto fa bene all’animo, ma non nella quotidianità
  8. un dolcetto nelle occasioni speciali o un quadratino di cioccolato al giorno fanno parte di una dieta bilanciata, ma non il cornetto al bar con i colleghi ogni mattina

Si deduce che, prima di tutto, è importante eliminare gli eccessi e prestare attenzione alle basi della sana alimentazione. Modificando queste semplici abitudini si possono già riscontrare dei risultati. Se a questo associamo uno stile di vita attivo, il peso scenderà molto più veloce.

Quali alimenti aiutano a perdere peso velocemente

Alcuni degli alimenti che aiutano a perdere peso durante una dieta dimagrante sono:

Alimenti dieta

  • frutta e verdura fresca
  • proteine magre (pollo, tacchino, tonno, merluzzo, formaggi magri, ecc)
  • cereali integrali (pasta, riso, cous cous, grano, ecc)
  • legumi (ceci, lenticchie, piselli, ecc)

Inoltre, evitare cibi trasformati, zuccherati e ricchi di grassi saturi è necessario per la perdita di peso.

Non significa dover rinunciare al gusto. Infatti, se si sta seguendo una dieta dimagrante, per preparare pasti gustosi e salutari abbiamo a disposizione tutte le spezie ricche di effetti benefici per la salute:

  • curry
  • curcuma
  • pepe e peperoncino
  • cumino
  • zenzero
  • paprika
  • aglio

 

Altre strategie per la perdita di peso sana

sport dieta senza effetto yoyo

Alla dieta senza effetto yo-yo è consigliato abbinare altre strategie che possono aiutare a perdere peso in modo sano e duraturo. Quali?

  1. fare attività fisica con regolarità
  2. correre
  3. yoga e pilates
  4. palestra o corsi fitness
  5. zumba o simili

Trovate l’attività che più vi aggrada, tutte aiutano a bruciare calorie e migliorare la salute cardiovascolare.

Inoltre, tenere un diario alimentare è un’ottima idea per prendere consapevolezza delle proprie abitudini alimentari. Se si segue una dieta, anche monitorare il proprio peso può essere utile per tenere traccia dei progressi e mantenere alta la motivazione.

Infine, da non sottovalutare, è la propria capacità di gestire emozioni negative. Lo stress e l’ansia legati alla perdita di peso, e alla vita in generale, possono mettere i bastoni tra le ruote al desiderio di perdere peso. Diviene importante prevenire il ricorso a cibi confortanti e poco salutari. Snack salutari e croccanti come finocchi, carote e ravanelli si rivelano ottimi alleati nei momenti difficili.

 

Soluzione definitiva: la dieta dimagrante senza effetto yo-yo

La dieta dimagrante senza effetto yo-yo esiste e come abbiamo detto è quella bilanciata in tutti i suoi nutrienti. Prevede qualche sfizio e non elimina nessun alimento. Come dimostrato dagli studi la dieta mediterranea è quella che più si presta ad una perdita di peso in salute e soprattutto a lungo temine.

dieta dimagrante

Per questa ragione, il nostro programma dimagrante Mi Piace Così ha creato una gamma di piatti che rispetta la dieta mediterranea e il piatto di Harvard, per venire incontro alle vostre esigenze di perdita di peso. Un programma studiato nel dettaglio dai nostri nutrizionisti, per garantire l’apporto di tutti i nutrienti. Al primo posto la salute e il gusto, infatti prevede più di 60 piatti differenti per non annoiare il palato e tenere alta la motivazione.

Sempre supportati da un team di professionisti

Adatto a chi non ha tempo di cucinare, chi non sa da che parte iniziare e per tutte le persone che desiderano perdere dei chili troppo sentendosi coccolate. Infatti, non è finita qui, per tutta la durata del percorso, ad affiancarvi, ci sarà un biologo nutrizionista pronto ad aiutarvi in ogni vostro dubbio o domanda. Se desiderate ricevere maggiori informazioni, potete visitare il nostro sito oppure chiamarci al n° 02 94 75 19 90.

Ricordate, la perdita di peso è un processo personale e non esiste una soluzione universale per tutti. Ci vuole il “giusto” tempo e a dettarlo è il nostro corpo.

L’importante è fornirgli tutti gli strumenti giusti per poterlo fare al meglio e lo strumento principale deve essere una dieta dimagrante equilibrata insieme all’attività fisica.

La scelta di una dieta dimagrante è un ottimo punto di partenza, ma è importante ascoltare il proprio corpo e avere il supporto di un professionista per qualsiasi dubbio o preoccupazione. Con la giusta motivazione e attenzione alla salute, infatti, è possibile raggiungere i vostri obiettivi di perdita di peso senza effetto yo-yo.

LA DIETA MEDITERRANEA

 La dieta mediterranea è l’emblema della tradizione italiana. Ma sapevi che non fu ideata da un italiano bensì da un americano? Ebbene sì, il suo nome era Ancel Keys.

Scopriamo insieme in questo articolo le origini della dieta mediterranea, il suo impatto sulla salute dell’uomo e sull’ambiente.

 

ANCEL KEYS: IL PADRE DELLA DIETA MEDITERRANEA

Ancel Keys era un biologo e fisiologo statunitense che studiava l’epidemiologia delle malattie cardiovascolari. Proprio grazie ai suoi studi, si accorse che l’alimentazione gioca un ruolo centrale sul rischio di ammalarsi di tali patologie.

Individuò così un regime alimentare in grado di avere un impatto positivo sulla salute dell’uomo e lo chiamò: dieta mediterranea.

 

Scopriamo insieme quali sono questi benefici per la nostra salute che hanno, poi, portato l’Unesco a dichiarare la dieta mediterranea “Patrimonio orale e immateriale dell’Umanità” nel 2010.

 

All’inizio degli anni 50, Ancel Keys viaggiò in molti Paesi del bacino mediterraneo e ne studiò la popolazione. Si accorse che dove la colesterolemia era bassa i medici locali riferivano una bassa percentuale di infarto.

 

Dunque, si mise ad osservare l’alimentazione abituale dei contadini dei piccoli paesi del Sud Italia e notò che era povera di grassi di origine animale.

Infatti, era costituita per di più da:

 

  • pane
  • pasta
  • legumi
  • frutta e verdura di stagione
  • formaggio
  • frutta secca quando disponibile

 

Inoltre, individuò l’elemento chiave nell’olio extravergine d’oliva, eleggendolo uno dei nutraceutici fondamentali per la prevenzione delle patologie cardiovascolari. Per “nutraceutico” si intende un alimento che ha effetti positivi per la salute dell’uomo, e l’olio evo è uno di questi.

 

GLI ESORDI DELLA DIETA MEDITERRANEA

Sulla base delle sue osservazioni, Ancel Keys, nel 1958 iniziò a lavorare ad uno studio epidemiologico conosciuto come Seven Countries Study of Cardiovascular Disease.

Si tratta di uno studio ancora oggi molto famoso. Comprendeva moltissimi uomini di età compresa tra 40-59 anni e di origini differenti (USA, Finlandia, Olanda, Italia, Grecia, Giappone, Jugoslavia).

Si accorse, in questo modo, che le popolazioni del bacino Mediterraneo avevano una minore percentuale di mortalità per infarto rispetto a paesi come la Finlandia e gli Stati Uniti.

Quali potevano essere i motivi?

Ancel Keys vide con chiarezza che il regime alimentare quotidiano di questi ultimi due paesi includeva molti grassi saturi di origine animale, come:

  • burro
  • strutto
  • latte
  • formaggi
  • carne rossa

Per nulla salutari per il nostro cuore.

Quindi, i risultati non lasciavano molti dubbi: più ci si scostava dagli schemi mediterranei, maggiore era l’incidenza di malattie cardiovascolari.

Vista la sua strabiliante scoperta, insieme alla moglie Margaret, nel 1975 tradusse i suoi studi nel volume Come mangiare bene e stare bene: lo stile mediterraneo, libro che ancora oggi diffonde il concetto di dieta mediterranea in tutto il mondo.

 

PIRAMIDE ALIMENTARE MEDITERRANEA: DALLA TRADIZIONE ALLA SOSTENIBILITA’

Quando pensi alla dieta mediterranea pensi subito alla piramide alimentare.

 

L’ANTENATO DELLA PIRAMIDE MEDITERRANEA

Le prime piramidi alimentari sono: quella americana, elaborata da Walter Willett, e quella greca, di Antonia Trichopoulou e del marito Dimitrios.

Vediamola nel dettaglio.

La piramide di Willet consiglia l’assunzione:

  • giornaliera di cereali non raffinati, verdura, legumi, frutta, noci, olio di oliva e yogurt
  • settimanale di pesce, uova, carne magra
  • mensile di carne rossa
  • vino con moderazione ai pasti e acqua abbondante
  • attività fisica tutti i giorni

La piramide greca della dieta mediterranea consiglia la stessa strategia alimentare ma legumi e noci sono previsti con frequenza settimanale.

 

LA PIRAMIDE MEDITERRANEA SI EVOLVE

Nel 2009, durante la terza Conferenza Internazionale, è stata presentata la nuova Piramide Alimentare della Dieta Mediterranea Moderna. La nuova piramide tiene conto dell’evoluzione dei tempi e della società.

 

A differenza di quella precedente evidenzia l’importanza dell’attività fisica, della convivialità a tavola e suggerisce di privilegiare il consumo di prodotti locali su base stagionale.

Questo è in linea con il concetto di sostenibilità della dieta, argomento di grande importanza in questi ultimi anni.

LA PIRAMIDE MEDITERRANEA CHE GUARDA AL FUTURO

Proprio da questo ultimo concetto della sostenibilità della dieta, alla fine dello scorso anno è stata proposta da Ifmed una nuova piramide della dieta mediterranea.

Questa ultima versione unisce in maniera perfetta gli aspetti nutrizionali con gli aspetti di sostenibilità ambientale.

 

Infatti c’è una fondamentale novità che si può ben vedere nella rappresentazione grafica: una terza dimensione, in ciascun livello, che rappresenta l’impatto specifico sull’ambiente di ogni categoria alimentare.

E’ basata su alimenti di origine vegetale, mantenendo il modello di dieta mediterraneo originario.

Nello specifico prevede:

  • alto consumo di cereali
  • frutta e verdura di stagione
  • legumi

L’aspetto interessante è che la produzione di questi gruppi alimentari richiede un impiego di risorse naturali e di emissioni di gas serra meno intensivo rispetto ad un modello alimentare basato sul consumo di carni e grassi animali.

Questo modello ci dice quanto sia importante scegliere gli alimenti vegetali rispettando la loro stagionalità e da produttori locali.

Perché è così importante?

Perché permette una riduzione delle coltivazioni in serra e dei relativi impatti ambientali, oltre che abbattere i costi e l’inquinamento causato dal trasporto da paesi lontani.

 

DIETA MEDITERRANEA E SALUTE: UN BINOMIO INDISSOLUBILE

Possiamo trovare tantissima la letteratura scientifica sugli effetti positivi della dieta mediterranea, sia sulla perdita di peso che sulla prevenzione delle malattie croniche e degenerative. Vediamo qualche studio insieme.

 

DIETA MEDITERRANEA E PERDITA DI PESO

La letteratura scientifica accorda sul fatto che la dieta mediterranea sia efficace nella perdita di peso, nel breve e lungo periodo. Proprio per questo Mi Piace Così ha scelto di ricalcare questo modello nutrizionale nella formulazione dei suoi piatti.

 

Prendiamone in esame qualcuno.

 

In uno studio del 2008 sono state reclutate 322 persone di circa 52 anni, con obesità diagnosticata. Ognuna di queste persone è stata assegnata ad uno dei seguenti tre gruppi ed è stato chiesto loro di seguire lo specifico regime alimentare:

  • a basso contenuto di grassi
  • mediterraneo
  • a basso contenuto di carboidrati

 

La perdita di peso media è stata:

  • per il primo gruppo di 2,9 chili
  • 4,4 chili per il gruppo assegnato alla dieta mediterranea
  • ed infine, di 4,7 chili per il gruppo con dieta a basso contenuto di carboidrati

 

Come controprova, uno studio più recente, ha valutato l’effetto di un intervento sullo stile di vita basato sulla dieta mediterranea a ridotto contenuto calorico.

Ha preso in esame un gruppo di adulti in sovrappeso con sindrome metabolica di età compresa tra 55 e 75 anni.

Dopo 12 mesi dall’aver cambiato stile di vita, i partecipanti avevano perso una media di 3,2 chili contro 0,7 chili nel gruppo di controllo. Può non sembrare molto, ma quando si tratta di grandi numeri queste piccole differenze sottolineano una grande differenza nella riuscita o meno di un regime nutrizionale.

 

DIETA MEDITERRANEA E MALATTIE CARDIOVASCOLARI

La dieta mediterranea è il protocollo alimentare che più ci protegge dal rischio di eventi cardiovascolari. Eventi che, come è risaputo, rappresentano la prima causa di mortalità nel mondo e proprio per questo è molto importante riuscire a prevenirli.

 

Molti studi scientifici concordano sul fatto che i soggetti che seguono le indicazioni della dieta mediterranea hanno un rischio più basso di ictus e infarto.

 

Quindi, se anche tu sai di essere a rischio di avere patologie cardiovascolari o già assumi farmaci per tenere sotto controllo la tua pressione, potrebbe essere la scelta giusta iniziare una dieta mediterranea. Ovviamente sempre seguendo i consigli del tuo medico o nutrizionista di fiducia.

DIETA MEDITERRANEA E MALATTIE NEURODEGENERATIVE

Sapevate che la dieta mediterranea diminuisce anche il rischio di sviluppare patologie neurodegenerative come l’Alzheimer o il morbo di Parkinson?

 

Infatti, sempre riferendoci agli studi scientifici più recenti, nel 2020 è emerso che il rischio di sviluppare Parkinson è quasi dimezzato tra le donne che seguono una dieta mediterranea.

Perché ha questi effetti?

Sembrerebbero dovuti all’azione antiossidante e antinfiammatoria degli alimenti alla base di questo modello dietetico. La dieta mediterranea rimane uno tra i principali pilastri nella prevenzione del declino cognitivo e delle malattie neurodegenerative.

 

DIETA MEDITERRANEA E DIABETE

Anche in questo caso, la Dieta Mediterranea si è mostrata efficace, riducendo l’insorgenza di nuovi casi di diabete. Ormai non avevi più dubbi, vero? Seguire un’alimentazione come quella che vedi nell’ultima piramide permette una riduzione addirittura del 35% circa di nuovi casi di diabete.

In conclusione, come abbiamo potuto vedere, le evidenze scientifiche dimostrano che ad oggi la Dieta Mediterranea rappresenta un modello di dieta sana e sostenibile. Rappresenta un grandissimo fattore di prevenzione, capace di contrastare il rischio di insorgenza delle importanti patologie che abbiamo visto.

Ora, ti ricordi chi era il papà della dieta mediterranea? Esatto, Keys.

Keys era talmente convinto della bontà dell’alimentazione e dello stile di vita tipico dei paesi del Mediterraneo, che si trasferì lui stesso con tutta la sua famiglia a vivere a Pioppi, un piccolo paese del Cilento.

E forse aveva proprio ragione: se pensiamo che visse fino all’età di cento anni!

Dimagrire dopo le feste: la dieta migliore

Si è appena concluso il 2022 all’insegna di grandi e squisite mangiate! L’ultima: il cenone di capodanno. Salutiamo l’anno passato e diamo il benvenuto a quello nuovo. È giunto il momento di fissare i buoni propositi per questo 2023 e dimagrire dopo le feste. 

 

Perché ingrassiamo a Natale?

I motivi per cui a Natale e durante tutte le feste natalizie mangiamo tutti di più sono molti e differenti per ognuno di noi. Si sa, Natale è un momento di ri-unione, per cui ovunque ci troviamo nel mondo, torniamo dove ci sentiamo a casa, da familiari e amici. É un momento speciale, magico. All’insegna del relax, del cibo e dei festeggiamenti. Ma quando si conclude iniziamo a pensare: “devo dimagrire dopo le feste!”

Tuttavia, non per tutti è uguale. Infatti, alcuni di noi non si sono fermati durante queste feste e aspettano un po’ di relax solo dopo la befana. E magari nello stress dell’anno che finisce senza essersi fermati un attimo qualche coccola culinaria in più è sfuggita. Perché si sa, il cibo ha anche questo ruolo. Non dovrebbe, vorremmo che non fosse così, ma chi di noi non ha mai mangiato un cioccolatino di troppo per sentirsi un po’ più coccolato dopo una faticosa giornata invernale?

 

Razionale scientifico: perché pesiamo di più?

Dicembre è un mese che trascorre all’insegna di pranzi e cene con amici, parenti e colleghi. I cibi che si prediligono non sono mai quelli “più leggeri” a livello di un mero calcolo calorico.

Si amano formaggi, insalata russa, tartine al salmone spalmate di burro, bibite gassate, panettoni e pandori…e la lista non finisce qui. Si brinda con prosecco e champagne. Si conclude con mandarini, ananas, frutta secca e amari. E abbiamo perso il conto di quante calorie abbiamo mangiato.

A questo aggiungiamo la grande sedentarietà che accompagna il periodo natalizio. Le giornate passate a lungo seduti a tavola assorbiti dai festeggiamenti. I pomeriggi a sfidarsi a tombola, tra un arachide e l’altro, o sul divano a giocare con i nipotini e il gatto di casa. In più con la pancia piena uscire a fare una passeggiata nel freddo dicembre non sembra mai un’idea troppo allettante.

Dal punto di vista nutrizionale: alimenti ad alta densità energetica, calorie in più, sale e condimenti in abbondanza, dolci, carboidrati e alcool portano con sé la ritenzione di liquidi. Con più liquidi nel corpo sarà, quindi, inevitabile che il peso sulla bilancia salga e diventi necessario dimagrire dopo le feste.

 

Buoni propositi per il 2023: dimagrire dopo le feste

Tra i buoni propositi di quest’anno c’è il perdere i chiletti di troppo che ci hanno accompagnato nel 2022.

 

“Il momento migliore per piantare un albero era 20 anni fa. il secondo momento migliore è adesso.”

Proverbio Cinese

 

Questo proverbio cinese cosa ci dice? Che non aver piantato un albero vent’anni fa ci lascia con il rimpianto di non poterne godere oggi. Ma se non lo piantiamo nemmeno in questo momento, il nostro rimpianto non farà altro che continuare. Il proverbio cinese ci invita ad agire senza indugio, senza ripensamenti e senza paure.

Iniziare un percorso nutrizionale per dimagrire dopo le feste non è qualcosa di semplice. O meglio per iniziare un programma nutrizionale ci vogliono degli ingredienti fondamentali al fine di un dimagrimento efficace e duraturo

 

Pianificazione alimentare

 

I 3 ingredienti fondamentali di cui parliamo sono:

 

1- Pianificazione

2- Calendarizzare l’obiettivo

3- Piano d’azione

 

Capiamo meglio di cosa stiamo parlando. Per dimagrire dopo le feste dobbiamo, innanzitutto, capire qual è il nostro punto di partenza. Poi, diamoci un tempo per raggiungere l’obiettivo di peso. Una scadenza di riferimento. Ed infine, scomponiamo il grande traguardo in obiettivi più piccoli: passo dopo passo arriveremo al successo.

Ad esempio, se ad oggi pesiamo 100 chili e l’ideale sarebbe dimagrire dopo le feste di 20 chili, ci mettiamo piccoli obiettivi da raggiungere, di 5 chili in 5 chili. In questo modo sembrerà tutto più semplice

 

No ai metodi drastici

Passate le feste il web ci propone diete lampo, diete detox, diete iperproteiche per perdere peso. Colti dai sensi di colpa post grandi mangiate si corre ai ripari cercando soluzioni tempestive da adottare.

Nulla di più sbagliato! La fretta è una cattiva consigliera, ce lo diceva già la nonna. La foga di rimetterci in forma ci spinge a tentare diete strampalate, allenamenti strazianti e digiuni, che oltre a non farci perdere peso mandano in tilt l’organismo e l’equilibrio metabolico-ormonale. Affamarci non ci farà perdere peso, anzi il rischio è di entrare in un circuito di digiuni-abbuffate per nulla salutare.

 

Niente panico! Nessuna misura drastica!

Quindi, no ai digiuni. No alle diete troppo restrittive. Per dimagrire dopo le feste non serve seguire la dieta della nostra amica che ha escluso tutti i carboidrati, e nemmeno quella di nostro cugino che macina chilometri su chilometri per perdere la pancetta.

Diciamo sì alle diete inclusive. Alle diete sostenibili a lungo termine, che inseriscono il dolcetto quando ne abbiamo voglia, la pasta, il pane e gli alimenti che ci piacciono.

La chiave del successo in una dieta non è eliminare tutti questi cibi, ma consumarli nelle giuste quantità e proporzioni rispetto agli altri macronutrienti.

Dei piatti completi di verdura, carne bianca e cereali o legumi. Pesce. Patate. Frutta. Un dolcetto per appagare il palato ma anche il gusto.

 

La dieta migliore per dimagrire dopo le feste

Nella maggior parte dei casi, la dieta migliore da seguire si rivela essere la dieta mediterranea , ovviamente ad eccezione di casi particolari.

Questo modello alimentare è inclusivo, in quanto comprende tutte le categorie alimentari:

  • frutta e verdura di stagione
  • cereali di vario tipo: pasta, riso, couscous, grano..
  • carne bianca e pesce azzurro (solo occasionalmente carne rossa)
  • latticini e uova
  • ed occasionalmente qualche dolcetto sfizioso

 

Inoltre, per dimagrire dopo le feste non sottovalutiamo il ruolo delle spezie, ognuna con i suoi benefici. Dall’azione sul controllo glicemico, il miglioramento del quadro lipidico, la produzione di endorfine, al potere saziante.

 

Ricordiamoci sempre l’importanza dell’acqua, anche lei un nutriente come tutti gli altri. Spesso ci dimentichiamo di garantire l’apporto idrico giornaliero. Assumiamo almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno, insieme a circa 4-5 porzioni di frutta e verdura fresche, per aiutare la diuresi e ridurre la ritenzione idrica.

Una volta individuato il punto di partenza, l’obiettivo ed esserci dati un tempo, è fondamentale trovare un piano d’azione. In questo ci viene in aiuto Mi Piace Cosi. La dieta mediterranea ideale per dimagrire dopo le feste! Pensate come sarebbe non dover più fare la spesa cercando di capire quali siano gli alimenti migliori da acquistare per non ingrassare, per poi pesare tutti gli alimenti  e scegliere gli abbinamenti corretti in base alle indicazioni del nutrizionista. E passare ore ai fornelli per ottenere un piatto non troppo buono per l’uso limitato dei condimenti.

Impegnativo vero? E se al tuo posto ci pensasse qualcun altro a fare tutte queste cose?

Se Mi Piace Così non solo facesse la spesa al tuo posto tutte le settimane, ma abbinasse anche tutti gli alimenti nel modo migliore per garantire tutti i nutrienti al tuo organismo, e anche nelle quantità e frequenze settimanali corrette. Sarebbe bello avere tutto già pronto vero? E magari avere anche un nutrizionista pronto a darti consigli, risolvere dubbi e disponibile ogni volta che ne hai bisogno.

Tutto questo è possibile con il programma Mi Piace Così!

Come?

Trovi tutto nel dettaglio a questo link https://mipiacecosi.it

Non esitare a contattarci senza impegno per capire meglio come funziona.

 

Cos’altro aggiungere per massimizzare l’effetto dimagrante

Per massimizzare l’effetto dimagrante della dieta riprendiamo l’attività fisica. Manteniamoci attivi : giochiamo con i nipotini, facciamo delle belle passeggiate con il cane, prendiamo le scale. Muoviamoci di più.

E se troviamo anche uno sport che ci piace ed entusiasma occupiamo 2-3 ore a settimana per dedicarci a noi stessi.

In più, togliamo il superfluo. Pensiamo ai 2-3 biscottini in più a colazione o merenda. O ancora, alla frutta, che per quanto sia ricca di vitamine e minerali una buona quantità da consumare giornalmente è di 3 frutti ed eccedere può portare ad un aumento di peso.

Infine, l’alcol, sono calorie vuote e limitarle al momento dell’aperitivo settimanale può essere la soluzione migliore.

Con il consiglio del vostro nutrizionista, potrebbe essere ideale valutare l’integrazione di probiotici e prebiotici dopo le grandi mangiate natalizie per ripristinare la flora batterica intestinale. Così dimagrire dopo le feste sarà ancora più semplice con un intestino in salute.

 

Concludendo, in quest’articolo ci sono tutti gli ingredienti necessari per dimagrire dopo le feste e anche qualcosa di più. Un supporto qualora non volessi intraprendere questo percorso dimagrante da solo, ma seguito da un team di esperti nutrizionisti e con piatti gustosi ed equilibrati recapitati direttamente a casa tua.

VINO E DIETA: SPOILER, SI PUO’

Quante volte durante il percorso dietetico ti sarai chiesto, un po’ speranzoso: “Ma, siamo davvero sicuri che vino e dieta non possano proprio andare a braccetto? Ma nemmeno un bicchierino?”

SPOILER, la risposta è sì, e oggi vi spiegheremo il connubio perfetto tra vino e dieta.

 

VINO E DIETA: paradosso o possibilità?

Il vino è una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del mosto d’uva. Ne esistono molti tipi, ognuno con caratteristiche uniche dovute al tipo di uva utilizzata, al metodo di produzione e al luogo in cui è coltivata. Viene sorseggiato nelle occasioni più svariate: durante i pasti, come aperitivo, mentre si legge un buon libro..

Inoltre, il vino può essere apprezzato, oltre che per il gusto, per le sue proprietà salutari, sempre se consumato con moderazione. Questo perché, oltre a contenere calorie e zuccheri, contiene alcol, per cui è sempre bene non eccedere. Se stai seguendo una dieta a basso contenuto calorico o se stai cercando di perdere peso, è importante considerare tutti questi fattori.

 

Ma prima di parlare del tipo di vino da mettere sulle nostre tavole e in che quantità consumarlo, capiamo insieme perché il consumo di alcol non dovrebbe mai essere promosso.

 

Come mai il vino non fa bene alla salute?

Vino e dieta sono un connubio possibile, ma focalizziamoci un attimo sull’alcool.

Il vino è buonissimo, ma al suo interno contiene alcool.

L’alcool è una sostanza che purtroppo risulta essere tossica per le nostre cellule in quanto non è una sostanza endogena. Non ha origine all’interno del nostro organismo e quindi non viene riconosciuta come un qualcosa di utile per sé stesso.

 

Ma allora come mai questa sostanza viene continuamente bevuta nei modi più disparati, in pratica da sempre?

Perché, per fortuna, il nostro corpo possiede dei sistemi per metabolizzarlo ed eliminarlo, evitando così che si accumuli e causi gravi danni e renda possibile il connubio vino e dieta.

 

Infatti, per metabolizzare l’etanolo abbiamo ben tre sistemi:

– Primo: già nello stomaco

– Secondo nel reticolo endoplasmatico, un compartimento cellulare

– In ultimo, il terzo dentro le nostre cellule, in organelli chiamati perossisomi

 

Dobbiamo quindi ringraziare questi meccanismi, che ritroviamo soprattutto nel fegato, se possiamo bere del vino senza che questo faccia danni.

Vino e dieta, ecco gli effetti collaterali:

L’alcool è anche una sostanza psicoattiva, che riesce addirittura ad arrivare all’encefalo, dando gli effetti che conosciamo bene.

Inizialmente provoca un rilassamento, seguito da un blocco dei cosiddetti “freni inibitori”, rendendoci più allegri e più disinibiti. A volte ci permette anche di sconfiggere la timidezza e può causare qualche brutta figura con il ragazzo/la ragazza carina di turno.

Con l’aumentare delle dosi possiamo arrivare ad avere confusione mentale e sbalzi di umore, proprio quelli che fanno mandare un messaggino al nostro/la nostra ex, causando un bel guaio!

A dosi nettamente maggiori, l’alcool porta al vomito, coma e morte per arresto cardiaco o respiratorio.

 

Il nostro corpo però, ci aiuta ad evitare queste ultime gravi conseguenze in due modi, che dipendono da come si beve:

– Se si beve troppo velocemente avremo un senso di nausea, seguito dal vomito, per eliminare l’eccessiva dose di alcool.

– Invece se si beve lentamente, il cervello induce uno svenimento, per farci smettere di bere.

 

Il vero danno dell’alcool sull’organismo è quello che si ha nel momento in cui lo si consuma con dosi eccessive per un tempo prolungato.

I primi effetti sono a carico del fegato, con un’iniziale steatosi epatica (accumulo di grasso proprio a livello di questo organo), che è curabile. Ma se non si pone attenzione, può insorgere una successiva ed incurabile cirrosi epatica.

Per non parlare i morti provocati da chi guida in stato di ebbrezza.

 

In ultimo, ahimè, l’alcool non solo apporta tutti questi spiacevoli inconvenienti, ma non serve nemmeno per dissetarci ma ci fa trattenere i liquidi. Sarebbe buona norma bere qualche bicchiere d’acqua prima di consumare bevande alcoliche per smorzare l’iniziale senso di sete.

 

Un quadro generale sull’alcol ed i suoi effetti negativi era doveroso, ma ora torniamo a parlare di vino e dieta.

 

ROSSO o BIANCO: qual è il tuo preferito?

Due vino molto popolari che differiscono in molti aspetti, sia nella produzione che nelle caratteristiche organolettiche: il vino rosso e il vino bianco

Vino e dieta: IL ROSSO

Il vino rosso viene ottenuto dalla fermentazione del mosto d’uva rossa o nerissima, durante la quale i lieviti trasformano gli zuccheri in alcol. Può essere prodotto con diverse varietà di uva:

● Cabernet Sauvignon

● Merlot

● Pinot Noir

● Sangiovese

Durante la fermentazione, le bucce delle uve vengono lasciate a macerare insieme al mosto per un periodo di tempo che va da alcuni giorni ad alcune settimane, il che conferisce al vino rosso il suo pigmento e il suo gusto intenso e speziato.

Vino e dieta: IL BIANCO

Invece, per quanto riguarda il vino bianco, viene ottenuto dalla fermentazione del mosto d’uva bianca o gialla, durante la quale i lieviti trasformano gli zuccheri in alcol. Le varietà di uva da cui viene prodotto possono essere:

● Chardonnay

● Sauvignon Blanc

● Riesling

● Pinot Grigio

In questo caso, durante la fermentazione, le bucce delle uve vengono separate dal mosto, il che conferisce al vino bianco il suo colore giallo chiaro e il suo gusto delicato e fresco.

 

Notate la differenza? E’ proprio la presenza o assenza della buccia che rende i due vini così diversi in composizione e gusto..

Il vino rosso è più ricco di composti come tannini o polifenoli, i quali conferiscono il caratteristico sapore. In quello bianco invece, è la presenza di acido citrico a donare un sapore più fresco e fruttato.

 

Quindi, se da una parte il vino rosso contiene polifenoli (come, ad esempio, il resveratrolo che possiede molte proprietà benefiche in particolare per cuore e cervello), dall’altra tende ad avere una gradazione alcolica più elevata rispetto al vino bianco. Questo perchè le uve utilizzate per produrlo contengono una concentrazione di zuccheri più elevata.

 

Vino e dieta: contiamo le calorie

Attenzione alle calorie!

Il vino presenta non solo il problema alcool in quanto sostanza tossica, ma anche il problema delle “calorie vuote”. Con questa espressione si fa riferimento alle calorie presenti in alcuni alimenti, come appunto il vino, che pur dandoci un apporto energetico non contengono nessun elemento nutritivo necessario alla costruzione o al rinnovamento delle nostre cellule.

Quindi, non possiedono un adeguato livello nutritivo o addirittura sono prive di proteine, sali minerali, vitamine, acidi grassi o antiossidanti.

 

Ma quante calorie ci sono in un bicchiere di vino? Dipende.

 

Il vino ha un apporto calorico che varia in base al suo contenuto di alcol e zuccheri: se per ogni grammo di zucchero abbiamo 4 calorie, per ogni grammo di alcol si hanno ben 7 calorie “vuote”!

Va da sé che maggiore sarà il contenuto alcolico del vino e più calorie esso conterrà: più saranno alti i gradi di un vino espressi in etichetta e più aumenterà l’apporto energetico.

 

Quindi: vino e dieta, quanto posso berne?

La dose alcolica giornaliera consigliata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)  non è illimitata: infatti equivale a 12 grammi di etanolo che si trovano in 125 ml di vino.

– gli uomini possono assumere 2 unità alcoliche al giorno, che equivalgono a circa 2 bicchieri di vino oppure 2 di birra

– mentre, le donne (in caso di gravidanza NON si deve assolutamente assumere alcool) solo 1 unità alcolica al giorno, in quanto possiede meno enzimi gastrici per metabolizzare ed eliminare l’alcol

Qualsiasi dose in più andrà ad interferire con il nostro organismo in quanto non può essere degradata subito, ma si distribuirà in attesa di essere eliminata per via urinaria.

 

Detto ciò, possiamo affermare che, lo sappiamo, il vino è convivialità, la dieta un po ‘ meno.

E come ci insegnano i nostri nutrizionisti di Mi Piace Così  durante un percorso di dimagrimento, l’obiettivo reale è creare un sano rapporto con il cibo, solo in questo modo si otterrà una perdita di peso duratura.

E proprio per questa ragione non bisogna mai privarsi di momenti che aiutano a ricaricare lo spirito oltre che il corpo. Quindi se di tanto in tanto vino e dieta dovessero incrociarsi il consiglio è quello di gustarci un calice del nostro vino preferito senza ridurre il tutto ad un mero conteggio di calorie. Ricorda, se hai dubbi o preoccupazioni, puoi sempre chiedere al tuo nutrizionista di fiducia.

 

E siccome si sa che a Natale si è tutti più buoni, vi lasciamo qui sotto alcune regole base d’abbinamento tra vino e dieta per stupire amici e parenti

 

Regole base di abbinamento tra vino e cibo per stupire amici e parenti

L’abbinamento del vino con i cibi è una questione di sperimentazione e di preferenze personali. Tuttavia, considerando le caratteristiche del vino e dieta, è possibile trovare l’abbinamento perfetto che esalterà il gusto di entrambi e renderà indimenticabile l’esperienza di degustazione.

 

Il colore del vino può offrire indizi sulla sua struttura e sui suoi aromi. Ad esempio, i vini rossi tendono ad essere più corposi e strutturati, con aromi di frutta rossa, spezie e legno, mentre i vini bianchi tendono a essere più leggeri e freschi, con aromi di frutta a bacca bianca, fiori ed erbe:

● i vini corposi e strutturati hanno una maggiore presenza al palato e si abbinano meglio a cibi più saporiti o strutturati come piatti a base di carne;

● quelli leggeri e freschi hanno una presenza più delicata e sono meglio abbinati a cibi più delicati o leggeri, come zuppe, salse o piatti a base di pesce cotto al vapore;

 

L’acidità del vino è un’altra caratteristica da tenere in considerazione nell’abbinamento con i cibi:

● I vini ad alta acidità, come alcuni vini bianchi e rosati, hanno una sensazione di freschezza e pulizia al palato e possono essere abbinati a cibi leggeri o a base di verdure;

● Mentre i vini ad acidità più bassa, come alcuni vini rossi, possono essere abbinati a cibi più saporiti o strutturati.

 

Infine, il profilo aromatico del vino è un’altra caratteristica importante da considerare:

● un vino con note di frutta rossa può essere un buon abbinamento per un piatto a base di pomodoro;

● invece il vino con note di noci può essere un buon abbinamento per un piatto a base di funghi o di formaggio erborinato.

 

Facci sapere quale abbinamento vino e dieta hai scelto per il tuo momento di relax.

Intolleranza al lattosio: tutto quello che c’è da sapere.

Colazione con latte caldo e biscotti al cioccolato, una coccola avvolgente che non riesci più a concederti? Stai male dopo un cappuccino al bar? Tranquillo! Sei solo intollerante al lattosio!

Si può guarire? Devi conviverci?

Qui tutte le risposte alle più comuni domande sul latte, derivati e i malesseri legati all’assunzione di questi alimenti!

 

Che cos’è il lattosio:

Il lattosio è uno zucchero semplice formato da due molecole. Infatti, viene chiamato disaccarde in quanto è formato da due unità monosaccaridiche. Parole complesse che ci raccontano solamente qual è la sua forma: ci sono due piccoli zuccheri, il galattosio e il glucosio, che si tengono per mano e formano il lattosio.

Quando mangiamo alimenti ricchi in lattosio, interviene un enzima chiamato lattasi che “taglia” il legame tra i due monosaccardi, un po’ come un terzo in comodo che separa una bella coppia. Da questo divorzio non rimane altro che le due unità di singolo zucchero, i monosaccardi, liberi.

intolleranza al lattosio

Definizione di intolleranza al lattosio:

L’intolleranza consiste quindi nella non capacità da parte del nostro organismo di tagliare il legame tra questi due monosaccaridi. Il corpo, quindi, non riesce a separare il galattosio dal glucosio, che continuano a tenersi per mano.

Come mai determinate persone sono intolleranti al lattosio e altre no?

Ti è mai capitato di andare al bar con un amico o una amica, tu devi accontentarti di un caffè o te e morire di invidia perché l’altra persona non solo riesce a prendere un delicato e schiumoso cappuccino, magari profumato con cacao o cannella, ma riesce persino a mangiare un bel croissant ripieno di crema pasticcera o addirittura ricotta e cioccolato?

Come mai, il tuo amico o la tua amica riescono a fare una cosa così elementare ma che per chi è intollerante, è veramente impensabile?

La risposta è, ahimè, in quella cosa di cui Gabbani ne ha previsto una bella caduta: l’evoluzione.

L’uomo, infatti, così come tutti gli esseri viventi, va incontro ad evoluzione nel tempo.

L’evoluzione è dettata da modifiche genetiche (e non solo) che causano dei piccoli cambiamenti, in piccolissime parti del nostro corpo, i quali portano però a grandi risultati.

 

Pensateci un po’: l’uomo non è rimasto uguale negli anni. Vi ricordate quei libri di storia dove era presente Lucy? Il primo uomo primitivo trovato dai reperti storici?

Ecco, i cambiamenti non riguardano solamente l’aspetto, ma anche e soprattutto la funzionalità del nostro corpo.

Evoluzione e intolleranza al lattosio

Uno dei cambiamenti che sono avvenuti nella storia dell’uomo riguarda proprio l’intolleranza al lattosio.

Infatti, questa evoluzione che riguarda l’intolleranza al lattosio, vede come protagonista l’enzima lattasi, colui che è deputato a farci digerire questo zucchero.

Circa 5 mila anni fa, sembrerebbe, che si sia manifestata la prima mutazione genetica riguardante questo prezioso enzima che determina oggi una intolleranza al lattosio.

Normalmente un individuo presenta alte concentrazioni dell’enzima lattasi durante il periodo dell’allattamento.

Una volta terminato l’allattamento, le riserve di enzima lattasi si riducono gradualmente con lo svezzamento, diventando così intollerante al lattosio

Ci sono però individui che presentano una piccolissima mutazione genetica, dai grandi risvolti, che ha permesso loro di continuare a produrre l’enzima deputato alla digestione del lattosio.

Questa mutazione riguarda il cambiamento di una sola “letterina” del nostro DNA – C in posizione 13910 sostituita da una T.

Come fa una modifica così microscopica a determinare un intero cambiamento della nostra digestione, ad evitare addirittura una intolleranza al lattosio?

Il fascino della natura e della biologia!

C’è da dire però che non tutte le intolleranze al lattosio derivano da una mancata produzione dell’enzima lattasi determinato da una mutazione genica.

Quante tipologie di intolleranza al lattosio esistono?

Esistono altri due motivi per la quale diversi soggetti sono intolleranti al lattosio, tra questi:

  • la celiachia o la presenza di altre malattie gastrointestinali
  • una mutazione genica che determina una non produzione dell’enzima sin dalla nascita, quindi si è intolleranti al lattosio anche durante l’allattamento!

L’intolleranza al lattosio porta altresì a spiacevoli segni e sintomi, quali flatulenza, crampi allo stomaco e dissenteria.

Tutti sintomi molto spiaceoli, che avvengono perché:

  • Il lattosio arriva indigerito sino alla nostra flora batterica, quindi nel nostro intestino, che può utilizzarlo come substrato energetico (cibo!) e produrre prodotti gassosi. Da lì la flatulenza maleodorante, il sintomo principale di chi è intollerante al lattosio
  • Il lattosio nell’intestino richiama acqua e quindi porta appunto alla dissenteria.

Come fare la diagnosi?

Se ogni qual volta si mangia alimenti contenenti lattosio si hanno i classici sintomi, allora basta la “diagnosi esperenziale” che nonostante non sia validata clinicamente, può aiutare il singolo soggetto a capire come gestire la propria dieta.

Come fare? Ahimè, a suon di tentativi.

Con una pizza stai male? Prova a togliere la mozzarella e a chiedere si condirla con altre tipologie di formaggi più stagionati come emmental, parmigiano e gorgonzola, tutti naturalmente senza lattosio.

Il gelato ti provoca qualche crampetto? Prova a vedere se con quello alla frutta o al cioccolato fondente invece stai bene!

Prova ancora invece a chiedere al bar il latte delattosato e un croissant vegano, così puoi goderti una buona colazione al bar senza soffrire.

Ma come capire se si è davvero intolleranti al lattosio?

pizza per intolleranti al lattosio

L’UNICO test validato per la diagnosi di intolleranza al lattosio è il Breath Test (test del respiro). È un esame diagnostico, solitamente svolto in unna struttura ospedaliera, che si effettua mediante l’analisi di campioni di aria espirata.

Oltre al breath test per il lattosio esiste quello per il glucosio e per il lattulosio.

Come si esegue il test?

L’esame non è invasivo ed è molto veloce, infatti, dura solamente 15 minuti. Inoltre, non causa effetto collaterale alcuno o dolore durante il suo svolgimento.

Ecco un documento che ne chiarifica ulteriormente la modalità e la preparazione al test, direttamente esplificato dall’humanitas.

Come convivere con l’intolleranza al lattosio?

Hai fatto il test, o semplicemente tramite la tua esperienza e l’ascolto del tuo corpo hai capito che sei intollerante al lattosio?

Ecco delle semplici istruzioni per come imparare a convivere con questa intolleranza!

Ormai nei banchi frigo e negli scaffali dei supermercati (e non solo i più grandi) riusciamo a trovare tutte le varianti “senza lattosio” di alimenti che normalmente lo contengono, come: mozzarelle, latte, formaggi e yogurt; (questi ultimi due alimenti, ricordiamo, che grazie al processo di stagionatura e alla presenza di batteri lattici, sono poveri di lattosio, alcuni anzi ne sono del tutto privi!).

Ma attenzione: questi prodotti presentando il glucosio e galattosio scissi, sono più dolci (perché il potere dolcificante del glucosio e galattosio separati è maggiore rispetto a quello del lattosio) ma presentano anche un indice glicemico più elevato!

Quindi, ricordiamo di aggiungere nel nostro pasto con la porzione di latticini, grassi buoni e fibre, che riducono il carico glicemico ultimo del piatto.

Attenzione anche alle bevande vegetali utilizzate come sostituti del latte vaccino, poiché presentando sapori particolarmente forti, vengono addizionati di zuccheri.

Inoltre, alcune bevande non sono assolutamente equivalenti al latte vaccino, perché carenti di proteine.

Sostituti del latte vaccino per chi ha una intolleranza al lattosio

bevande vegetali per intolleranza al lattosio

Le bevande a base di avena, riso, orzo, noci, nocciole, cereali vari, sono tutte naturalmente prive di lattosio, e spesso vengono giustamente addizionate di vitamina b12 e calcio, di cui il latte vaccino ne è ricco, per permettere a tutti coloro che presentano una intolleranza al lattosio di poter non presentare queste carenze nutrizionali.

Ricorda però che puoi integrare il calcio anche dall’acqua, scopri qui come!

Il problema però è che spesso, per avere un buon sapore presentano appunto diversi grammi di zucchero, anche pià i 7-8g per ogni 100mi prodotto. Il latte vaccino invece ne presenta solo 3-4g!

Inoltre, sono bevande povere di proteine: questo non permette a queste “latti alternativi” di essere validi sostituti di quello vaccino.

Come fare? A parte la scelta di un latte vaccino delattosato, possiamo optare per una bevanda vegetale a base soia, che è ricca in proteine proprio come il latte vaccino. L’importante è non scegliere quelle ricche in zuccheri.

L’intolleranza al lattosio: si può curare?

No, ma esistono degli integratori a base di beta-galattosidasi oppure lattasi ottenuta da batteri lattici che ci permettono di consumare alimenti ricchi in lattosio. Questi integratori sostituiranno il nostro enzima mancante.

Quanto lattosio permettono di digerire? 

Dipende da vari fattori tra cui:

  • quanto lattosio è contenuto in quel determinato alimento (ricordare che 5 gr di lattosio equivalgono a 100 ml di latte)
  • dal dosaggio dell’integratore (unità di misura FCC ALU, UL, oppure U), ossia quante unità enzimatiche contiene
  • dalle caratteristiche del nostro organismo

Ecco alcuni integratori:

Inoltre: alcuni studiosi pensano che si possa “educare” la nostra flora batterica a digerire il lattosio, integrandolo a poco a poco finché non si tollera del tutto.

La dieta per chi è intollerante al lattosio:

Quando si è a dieta è indicato consumare molti alimenti vaccini, perché magri e ricchi di calcio, come la ricotta, la mozzarella light, lo yogurt greco e il latte con i cereali.

Per non parlare di altri alimenti fermentatiti come il Kefir che fanno molto bene alla nostra salute.

E se sono intollerante al lattosio? Puoi usare gli alimenti che ho elencato prima oppure seguire la nostra Dieta Mi Piace Così senza lattosio, con un menu bilanciato e studiato anche per chi non digerisce proprio nessun tipo di latticino!

In conclusione?

Sfruttiamo le nuove tecnologie alimentari per non rinunciare al piacere di una buona mozzarella o un buon cappuccino senza lattosio, ma poniamo attenzione agli abbinamenti!

Quindi la mozzarella abbiniamola a del pomodoro, olio extravergine di oliva e pane integrale, e un cappuccino con del pane di segale e crema di arachidi preferibilmente homemade.

Oppure, per una volta godiamoci una buona pizza napoletana e utilizziamo gli integratori più adatti a noi (consultando sempre un medico, un farmacista o un professionista per dosaggi e modi di utilizzo).

Per saperne ancora di più e rimanere sempre aggiornato, visita il sito: http://www.associazioneaili.it

Proprietà dell’aglio

 

Antielmintico? Antinfiammatorio? Promotore della libido o solo un esaltatore della sapidità? Tanti miti e leggende, ma quali sono le reali proprietà dell’aglio? Scopriamolo insieme in questo articolo.

 

Sono poche le “regole” della cucina italiana:

Alimenti di prima scelta e preferibilmente locali, a km zero; seguire le ricette in modo scrupoloso, non saltando nessun passaggio.

Tra questi passaggi ce ne sono alcuni essenziali: far fare amicizia al sedano, alla carota e alla cipolla. Usare basilico e prezzemolo fresco, insieme ad altre erbe aromatiche presenti in tutti gli orti delle case di periferia, come per esempio il rosmarino.

aglio

Inoltre, una di queste regole riguarda un’usanza non proprio salutare: il soffritto di aglio e il soffritto di cipolla.

 

La base di ogni preparazione per dare sapore, dalle più complesse, come stufati di maiali, lampredotti o faraone ripiene, alle più semplici come una calda e avvolgente zuppa di lenticchie o ceci.

 

Il “danno” di aglio e cipolla

 

Il “danno” non è dovuto all’utilizzo di questi due meravigliosi ortaggi che fanno parte della famiglia delle liliacee, anzi!

 

Le proprietà dell’aglio e della cipolla non ci sono del tutto sconosciute, ne abbiamo sentito parlare sempre tanto, e oggi chiariremo anche dove si nasconde la verità tra i miti e le leggende che avvolgono questi alimenti.

“Fanno bene alla pancia!”

“Scacciano i vampiri”

“Aiutano contro i parassiti!”

 

Il danno, dicevamo, riguarda proprio la tipologia di cottura, che ne causa la perdita di tutte le proprietà dell’aglio e della cipolla.

In particolar modo, le proprietà dell’aglio vantano di esclusività benefiche a dir poco strabilianti.

 

Questo è merito dei suoi composti solforinati che derivano dall’amminoacido alliina, i quali, non appena l’aglio viene tagliato, spremuto o schiacciato, attivano tutte le loro caratteristiche favorevoli alla nostra salute.

 

Tra le benefiche proprietà dell’aglio possiamo elencarne qualcuna davvero portentosa:

  • Attività protettiva nei confronti delle malattie cardiovascolari: i composti solforinati dell’aglio hanno un’azione anticoagulante che evita la formazione dei coaguli, appunto, e favorisce le dissoluzioni di quelli già formati, pericolosissimi per la salute del nostro cuore;
  • Capacità antipertensiva in quanto determina un rilassamento della muscolatura dei vasi sanguigni;
  • Abbassa i livelli di colesterolo e trigliceridi ematici; (quante volte ci siamo ritrovati a rinunciare a formaggio e uova nella nostra dieta, per paura di provocare un dannoso innalzamento di questi due valori ematici non proprio funzionali per la nostra salute? In verità, in questi casi, basterebbe consumare alimenti che ne stimolano il corretto utilizzo! Tra questi anche i legumi, scopri qui come.)
  • Attività anticancro: i composti solforinati stimolano la funzionalità di antiossidanti e dei macrofagi (che ci proteggono dalle cellule tumorali) ed inoltre inibiscono le mutazioni genetiche che causano la comparsa di carcinomi.

 

Ma le attività immunitarie non terminano qui: infatti, l’aglio infatti:

  • E’ un forte antibatterico,
  • Presenta proprietà antimicotiche,
  • Riesce addirittura a rientrare tra i primi antiparassitaria,
  • E’ un potente antivirale.

 

Le proprietà dell’aglio: quelle antiparassitarie e antinfluenzali

 

Da bambini, vi è mai capitato di avere gli ossiuri?
Quei piccoli parassiti fastidiosi che non ci facevano stare bene? Ingerire uno spicchio d’aglio intero per più giorni ne aiuta l’eliminazione!

Ovviamente non bisogna pensare che basti quello, bisogna sempre confrontarsi con un medico pediatra per i bambini e con un medico specialista per noi adulti.

 

E in questo periodo che siamo soggetti a raffreddore?

Attenzione, precisiamo: il raffreddore non è mai solo “un colpo di freddo”.

Come vi dovrebbe colpire, esattamente questo freddo?

Il raffreddore non è mai da sottovalutare, in quanto è sempre determinato da virus (come rinovirus) e/o batteri.

 

Le proprietà dell’aglio vengono in nostro soccorso: Non appena iniziano i primi sintomi, ingerire uno spicchio d’aglio intero (anche spremuto in un centrifugato) ci aiuta a combattere l’influenza ed evitare che peggiori.

 

Proprietà dell’aglio: usiamole per prevenire!

 

Dato che nella nostra dieta mediterranea, possiamo usufruire di questo ortaggio speciale, quasi in ogni ricetta. lL’ideale è consumarlo quotidianamente per sfruttare ogni giorno le proprietà dell’aglio e i suoi benefici.

 

 

Ma visto che se lo soffriggiamo non presenta tutti questi benefici, come possiamo mangiarlo?

  

Ecco qui alcune ricette ed idee per consumare l’aglio crudo!

proprietà dell'aglio

L’aglio è un ottimo condimento da aggiungere al termine della cottura delle verdure (insieme anche a del prezzemolo o alla menta, che ne riduce l’odore e previene l’alito cattivo).

 

Verdure gratinate con intingolo di olio extravergine e le magiche proprità dell’aglio:

Nel mese di dicembre troverete di stagione tutta la famiglia dei broccoli e cavolfiori (di cui potrete approfondire qui ogni loro aspetto e beneficio!).

Protraeste ad esempio consumare una bella porzione di broccoli, cavolfiori e/o cavoletti di bruxelles cotti, gratinati al forno.

 

Il pangrattato che usate per la gratinatura, lasciatelo quasi scondito: giusto un pizzico di sale e pepe.

Preparate successivamente un battuto di olio extravergine di oliva con aglio spremuto, prezzemolo e perché no, un bel peperoncino.

Una volta pronti i cavoli, versate a filo quest’olio extravergine super aromatico, renderà le vostre verdure una vera delizia.

 

Questo olio extravergine aromatico, potreste anche prepararlo in anticipo e metterlo in una bella bottiglia oro o rossa da mettere a tavola durante i vostri pranzi e le vostre cene natalizie! Farete davvero un gran bel figurone! Pensate come ci potrebbe star bene nelle nostre insalate, per darne un tocco e un sapore diverso dal solito, o sulle nostre preparazioni di carne o pesce.

Proprietà dell’aglio e preparazioni a base di pesce azzurro:

A Natale, potreste anche decidere di portare un bel pesce a tavola, come una orata e nasello che piacciono anche ai bambini.

 

Un modo per condire e cuocere questi pesci è solitamente riempire la loro pancia con aglio, prezzemolo e limone.

 

Usate invece questi aromi dopo la cottura e preparazione di questo alimento così ricchi di omega 3, che insieme alle proprietà dell’aglio, saranno grandi alleati per il vostro cuore!

 

E per preparazioni più veloci? Le proprietà dell’aglio ci vengono in nostro aiuto:

 

Cena in famiglia a Natale e non solo, come fare per portare a tavola qualche deliziosa preparazione ma non troppo elaborata?

Niente paura, anche in questo caso l’aglio ci viene in nostro soccorso:

 

Potete preparare un buonissimo Hummus, semplice o di un bel viola barbabietola!

Il procedimento per la sua preparazione è semplicissimo, oltre che essere molto veloce e con pochi ingredienti!

 

Prendete dei ceci cotti, anche in scatola, e frullateli con olio extravergine di oliva, aglio fresco, salsa tahina (che potete anche omettere, sostituendola con dei semplici semi di sesamo tostati), prezzemolo e infine, al bisogno, qualche cucchiaio di acqua.

Frullate per bene finché non si sarà formata una crema deliziosa, omogena e senza grumi.

Ecco pronto un antipasto sano, veloce, che racchiude in sé tutte le fibre dei ceci, l’aroma dei semi di sesamo e le proprietà dell’aglio!

 

Se decidete di fare una versione ancora più golosa e bella da vedere, al posto dell’acqua aggiungete dei quadrotti di una bella barbabietola, che a dicembre sono anche di stagione.

 

In questo modo la crema verrà di un bel viola acceso, e sommeremo le proprietà dell’aglio a quelle antiossidanti delle antocianine di questo alimento così dolce e colorato.

 

Antipasti con aglio: qualcosa di più semplice:

 

E per qualcosa di più semplice? Strofinare aglio crudo sul del pane abbrustolito, che già di per se, grazie alla reazione di Maillard, sarà buono e profumato.

Adesso potete scegliere con cosa condirlo! Potreste pensare ad una bella crema di formaggio fresco spalmabile, anche a base di soia, se tra i vostri commensali ve ne è qualcuno che ha scelto un’ alimentazione vegana. Potete aromatizzarla con delle erbette: prezzemolo, erba cipollina, cordiandolo e chi più ne ha più ne metta!

 

Proprietà dell’aglio: come fare se il sapore non ci piace molto

 

Queste ricette sono tutte molto golose e anche semplici da preparare, ma per poterle proporre a tavola, dovrete comunque essere un buon amante del sapore pungente dell’aglio.

Come fare allora per godere di tutte le proprità dell’aglio, senza però dover per forza scontrarsi con il suo sapore, quando proprio non aggrada le papille gustative?

 

La soluzione c’è ed è anche in tema freddo dicembre: visto che il periodo invernale le richiama, infatti, possiamo spremerlo crudo alle nostre verdure prima di frullarle per farne una vellutata.

 

In questo modo non sarà il principale aroma che sentirete, soprattutto se decidete di aggiungere alle vostre vellutate altre erbe aromatiche come timo, rosmarino o perché no, del buon zenzero, anche lui un aiuto e un toccasana per la nostra salute!

 

La dieta Mi Piace Così sfrutta le proprietà benefiche dell’aglio:

Noi di Mi Piace Così lo sappiamo bene, ma soprattutto lo sanno bene i nostri dietologi e biologi nutrizionisti: infatti, in alcuni piatti pronti troverete le proprietà dell’aglio.

È importante che durante una dieta vengano sfruttati tutti gli aromi che la cucina mediterranea ci dona, ogni giorno.

 

Ma se proprio non vi aggrada, o non lo digerite?

Niente paura, parlane con il tuo consulente o con il tuo nutrizionista. Andremo a selezionare per te un piano nutrizionale privo di questo alimento!

Legumi a dieta: quanti e come posso mangiarne?

Dalla pasta e fagioli napoletana, passando per l’esotico couscous di lenticchie fino ad arrivare alla calda e invernale zuppa di ceci, i legumi a dieta sono un salva-pasto che scalda il cuore.

In inverno poi, i legumi a dieta dovrebbero essere la prima scelta…e invece sono spesso all’ultimo posto, dopo il petto di pollo infelice o la mozzarella che, se la guardasse un campano, piangerebbe per la disperazione.

I legumi a dieta non vengono scelti per primi perché tante domande e tanti misteri riguardano questi… cosa sono?

  • Pieni di vitamine, minerali ma anche anti-nutrienti che fanno tanta paura.
  • Secchi con una cottura lunga, o in scatola ma pieni di alluminio?
  • Provocano flatulenza, non voglio mangiarli!
  • Ma sono proteine o carboidrati?
  • E se sono affetto da favismo?
  • E con l’insufficienza renale?

Troverete qui tutte, ma proprio TUTTE, le risposte che cercate!

Legumi a dieta: colorati, tanti, versatili e soprattutto buoni.

Ci sono le lenticchie arancioni che, come dice Marco Bianchi, si cuociono con lo sguardo e i complicatissimi ceci che invece vogliono essere coccolati dal caldo per anche 2h.

Poi, oltre il tempo di cottura, questi due legumi presentano una variazione importante: la struttura esterna. Infatti, le lenticchie rosse sono anche dette decorticate in quanto è stata rimossa la corticale esterna.

Tutti i legumi hanno parecchie peculiarità interessanti in comune:

  1. Sono i semi commestibili delle leguminose
  2. Sono protette da un baccello, spesso anch’esso commestibile (come quello dei fagiolini, anche se questi presentano dei valori nutrizionali più simili a quelli delle verdure)
  3. Collaborano nella prevenzione dalle malattie del benessere (cardiovascolari e tumorali)
  4. Vengono mangiati molto meno rispetto a quella che è la frequenza settimanale consigliata: almeno 3-4 volte alla settimana. E si, con questa frequenza dovrebbe mangiare i legumi a dieta!

Li troviamo al supermercato principalmente in due formati:

  • Secchi
  • In scatola o surgelati (già cotti)

I primi prevedono tempi di preparazione e cottura molto lunghi (la quale elimina l’azione delle lectine, antinutrienti che però aiutano a ridurre i trigliceridi nel sangue!):

  • Un ammollo da un minimo di 4 fino a 12-16 ore che serve ad:
    • ammorbidirli
    • attivare la germinazione la quale invece determina un aumento della biodisponibilità di vitamine e minerali
    • eliminare le sostanze anti-nutrizionali come:
      • saponine
      • anti-proteine
      • sostanze cianogeniche e gozzigene
      • acido fitico
  • Presentano:
    • 330 calorie (circa) per 100g di prodotto secco
    • Il 20-25% di proteine
    • Il 30-50% di carboidrati sotto forma di amido (con pochissimi zuccheri)
    • Dal 20 al 30% di fibra sia SOLUBILE che INSOLUBILE:

Le fibre presente nei legumi ha molti benefici:

  • Serve a mantenere in salute il tratto intestinale
  • Evita i picchi glicemici
  • Previene malattie neoplastiche del colon

Legumi a dieta, meglio secchi o cotti?

Quando dobbiamo preparare i legumi a dieta, dobbiamo pesarli da secchi e considerare che dopo la bollitura possono duplicare o triplicare il loro peso.

Inoltre, la bollitura soprattutto se prolungata, determina un aumento del loro indice glicemico (che solitamente ha valori di 20-30).

I legumi in scatola, invece, sono già bolliti e inscatolati: se non presentano ingredienti extra e/o additivi/conservanti, in questa modalità i legumi a dieta vanno benissimo e possono essere consumati serenamente.

lenticchie a dieta

Molti di voi si chiederanno se la scatoletta di alluminio non determini un assorbimento da parte di noi consumatori di metalli pesanti durante l’ingestione dei legumi: la risposta è no!

Se la scatoletta non è ammaccata o in generale rovinata e se la confezione non è scaduta, infatti, la contaminazione di metalli è del tutto irrisoria.

Se la scelta è tra NON consumare i legumi e consumare solo quelli in scatola, vincono assolutamente i legumi precotti!

Legumi: i valori nutrizionali

Proteine: Andando a guardare i valori nutrizionali dei legumi, vediamo che presentano circa il 30% di proteine, queste ahimè non sono complete, mancano di due amminoacidi: Metionina e Cisteina.

Ma, se nel nostro piatto di fagioli, ceci e/o lenticchie aggiungiamo della buona pasta integrale, ecco che le proteine sono complete e funzionali proprio come quelle della carne.

Quindi i nonni e le nonne, con la loro magica Pasta e Fagioli ci hanno visto lungo! (ma anche i siciliani, con il loro panino con le panelle, eh!)

Grassi: Tranne che la soia (che ne ha circa 15-20g), i legumi presentano solamente circa 3-5g di grassi per 100g di prodotto secco.

Soia: Il fatto che la Soia contenga molti grassi non significa che non vada bene, anzi! Con questo legume possiamo farci anche un ottimo olio, con un rapporto omega3 e omega6 ottimale: ben 7 a 1!

La Soia ha anche delle proteine più “funzionali” rispetto a quelle degli altri legumi, anche senza il supporto dei cereali integrali.

Inoltre, presenta anche luteina e zeaxantina, fitormoni che proteggono dall’insorgenza di tumori ormoni-dipendenti.

Carboidrati e Fibre: Quello che ne rimane, sono carboidrati e fibre, queste ultime di circa 10-15g per 100g di prodotto secco (sia solubile che insolubile).

Fave: attenzione a non eliminare la pellicina esterna, quest’azione infatti determina una riduzione importante del quantitativo di fibre presenti in questo alimento!

 

I micronutrienti

Vitamine: Data la scarsissima presenza di grassi, i legumi mancano di vitamine Liposolubili ma sono ricche di quelle idrosolubili: Acido Folico che fa tanto bene soprattutto alle donne in gravidanza. Con un bel piatto di fagioli ne riusciamo a mangiare ben il 98% del fabbisogno giornaliero. Ecco perchè i legumi a dieta vanno bene anche in gaso di una gravidanza, soprattutto se si vuole stare attenti al peso e se si vuole prevenire il diabete gestazionale.

Minerali: Presentano inoltre molto ferro il quale, non è molto biodispobile, ma basta un kiwi, qualche fragolina, un po’ di limone e un’arancia subito dopo il pasto e puf, magia fatta! Ne assimiliamo molto di più! I legumi a dieta sono un toccasana per prevenire la stanchezza!

Contengono molto fosforo, il quale non ci aiuta nell’assimilazione del calcio che troviamo nei legumi; quindi, ricordiamoci di integrarlo mangiando pesce con la lisca, formaggi e brassicacee e bevendo acque ricche di questo minerale: scopri qui quali sono!

Ti senti stanco e affaticato? Mangia i legumi almeno 4 volte alla settimana, perché contengono molto magnesio; ricorda che è sempre meglio integrare i minerali dagli alimenti che da delle compresse!

Cellulite? Pressione alta? Consuma i legumi a dieta, in quanto presentano poco Sodio e molto Potassio, aiutando così a ristabilire l’equilibrio di questi due minerali così importanti per il funzionamento di tutto il corpo!
Presentano anche Zinco, Manganese e Selenio.

Anti-nutrienti: è vero, ce ne sono diversi ma sono inattivati con l’ammollo e la cottura.
Ed inoltre, anche gli anti-nutrienti è visto che presentano degli effetti benefici:

  • L’Acido Fitico è anche protettivo nei confronti del turmore al colon
  • Le Saponine abbassano i livelli di colesterolo ematico perché bloccano il riassorbimento dei Sali biliari
  • Le Lectine aiutano a controllare i trigliceridi nel sangue

→ Inoltre permettono all’intestino di aumentare le sue capacità di assorbimento tramite l’adattamento: più introduciamo antinutrienti con la dieta, più il nostro intestino riesce a lavorare bene anche in loro presenza!

Insomma: sembrano che si siano alleati con Sailor Moon per farci stare bene!

Perché?
Ma perché ci proteggono da malattie quali:

  • Tumori dell’intestino
  • Trigliceridi elevati
  • Diabete
  • Ipertensione

Alcuni legumi presentano delle caratteristiche su cui porre attenzione:

legumi a dieta

→ Tutti i legumi sono ricchi di Fosforo e Potassio, quindi i soggetti Nefropatici devono porre particolare attenzione e contattare un nutrizionista specializzato nella patologia, per consumarli (qui il mio contatto per una consulenza nutrizionale)

 → Le lenticchie sono ricche di Purine quindi in casi di iperuricemia sono sconsigliate

→ Le fave possono essere problematiche per i soggetti affetti da favismo: essi presentano dei difetti nell’enzima glucosio 6fosfato deidrogenasi, patologia particolarmente diffusa in Calabria e in Sardegna.

Questa peculiarità patologica li rende sensibili ai glicosidi VICINA e CONVICINA che sono pro-ossidanti presenti nelle fave. Questi glicosidi sono inoltre resistenti alla cottura.

Se i soggetti affetti da favismo consumano questi legumi, incombono in un’anemia emolitica in quanto i globuli rossi, non protetti dall’enzima malfunzionante, ne sono distrutti.

→ Flatulenza: alcuni soggetti presentano fastidi intestinali dopo il consumo di legumi a dieta e non solo. Questo avviene per due motivi:

  • La presenza di tre oligosaccaridi non digeribili (raffinosio, stachiosio e verbascosio) che arrivano al colon e vengono fermentati dai batteri che compongono il nostro microbiota, producendo gas.
  • Lo scarso consumo dei legumi: infatti, il nostro intestino, via via che consumiamo legumi, subirà meno effetti collaterali e darà meno fastidio: il consiglio? Integrali a piccola dose settimanalmente sino ad arrivare alle 4 porzioni a settimana, alternando la tipoligia di questi (fagioli, lenticchie, ceci, soia ecc)

Note per la cottura dei legumi a dieta

  • Cambiare l’acqua dell’ammollo in quanto ricca di anti-nutrienti
  • Non eliminare l’acqua della cottura ma consumarla, in quanto ricca di tutte le vitamine idrosolubili presenti nei legumi
  • Bollirne molti e conservarli in frigo o in congelatore per consumarli successivamente
  • Frullarli per fare hummus e usare queste creme come sostituti di salse più grasse e meno salutari.
  • Consumare alimenti fermentati (come il natto e il tempeh): la fermentazione inattiva le anti-tripsine e quindi le proteine di questo legume diventano più digeribili

Ed in ultimo, ma non per importanza; I legumi a dieta: proteine o carboidrati?

Per la ricca presenza di carboidrati e proteine possono essere considerati sia come l’uno che come l’altro!

Il mio consiglio? Consumarli insieme a dei cereali (rapporto 1/3 legumi – 2/3 cereali integrali) così da alternarli a proteine di origine animali!

Si, anche il pane con le panelle, il cous cous con le lenticchie, la farinata di ceci accompagnata poi ad una zuppa di farro e, la dietetica vellutata di zucca e ceci (senza altra aggiunta di carboidrati in questo caso, perché gli amminoacidi mancanti nei ceci saranno dati dalla zucca) vanno benissimo!

 

Ancora non ti è chiaro come consumare i legumi a dieta? Noi di Mi Piace Così li inseriamo in numerosissimi piatti, tutti ben digeribili! Vieni a scoprirli qui