Assorbimento della vitamina D e creme solari: possibile?

Fondamentale per lo sviluppo di molte parti del nostro corpo, dallo scheletro al cervello, al buon funzionamento del sistema immunitario: la vitamina D è una vitamina liposolubile. Questa è accumulata nel fegato e rilasciata a piccole dosi dal nostro corpo quando il suo utilizzo diventa necessario. La sua carenza è stata associata a diverse patologie: dalle più note quali osteoporosi o rachitismo, passando a problemi cardiovascolari e insorgenza di tumori.

Dove la troviamo?

Nonostante sia presente naturalmente in alcuni alimenti (es. uova , pesce azzurro, latte e derivati), viene principalmente ed in larga misura sintetizzata grazie all’assorbimento dei raggi solari (nello specifico, UVB). Per questo, dobbiamo porci il problema se le creme solari impediscono l’assorbimento di vitamina D.

Assorbimento di Vitamina D: dobbiamo assumere per stare bene?

L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha stabilito per gli individui sani di oltre un anno di età un apporto adeguato (AI) di circa 15µg al giorno; con una dieta varia ed equilibrata ed una normale esposizione al sole, è possibile raggiungere il livello raccomandato di vitamina D.

Sole: amico o nemico? Entrambi

Se è vero che il sole è necessario per l’assorbimento di vitamina D, è altrettanto doveroso sottolineare che i suoi raggi ultravioletti penetrano nella pelle in profondità, stimolando la formazione di radicali liberi. Questi danneggiano sia la struttura dell’epidermide (provocando rughe e invecchiamento) sia il DNA delle cellule, inducendo mutazioni e il rischio di sviluppare tumori. Pertanto, è sempre consigliato l’utilizzo delle creme solari.

Le creme solari possono compromettere l’assorbimento di vitamina D?

Semplificando molto, l’Spf delle creme solari indica la quantità di radiazioni «fermate» dal filtro. Più è alto l’Spf, meno raggi UV passano. Ne consegue che l’assorbimento di vitamina D potrebbe diminuire, ma la realtà è ben diversa. Per rispettare ‘alla lettera’ il fattore di protezione richiesto e specificato sul prodotto, la crema solare dovrebbe essere applicata più volte nell’arco della giornata (ogni 2 ore circa) e in quantità abbondanti e uniformi (2mg/cm2 di pelle ad ogni applicazione). È molto raro che anche la persona più attenta alla prevenzione solare, seguendo con rigore le più strette indicazioni, possa raggiungere dosaggi di crema così elevati.

Infatti, a noi tutti una boccetta di crema solare da 200ml dura più di una stagione, quando invece dovrebbe durare circa 6 esposizioni al sole.

Inoltre, i filtri solari presenti nelle creme con il tempo si degradano; le creme stesse vengono

assorbite o evaporano (sudando o muovendoci), non garantendo una protezione totale e costante nell’arco della giornata.

Le evidenze scientifiche

La prima è una ricerca pubblicata sul British Journal of Dermatology che ha sperimentato l’effetto delle creme solari su 20 turisti polacchi durante una settimana di vacanza a Tenerife. Il risultato? L’applicazione dei solari, anche quando fatta a regola d’arte (eventualità rara nella popolazione generale) non compromette in modo apprezzabile l’assorbimento di vitamina D. La seconda ricerca,

di poco precedente, è stata realizzata dall’istituto di Ricerca Medica di Qimr e pubblicata sullo stesso giornale della precedente. Anche in questo studio possiamo concludere che, in un setting reale (e non quindi negli studi di laboratorio) l’utilizzo di creme solari non compromette l’assorbimento di vitamina D.

Come ci dobbiamo comportare quindi?

In ogni caso le creme non riescono a bloccare il 100% dei raggi UV, una piccola quantità raggiunge le cellule della nostra pelle e stimola la sintesi e assorbimento di Vitamina D. Dunque, il rischio di un deficit di vitamina D causato da creme solari è pressoché inesistente: Quindi, proteggetevi sempre dai raggi solari!

Come ti comporti quando ti esponi al sole? Raccontaci come nei commenti

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