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Tempo di lettura: 6 min'Chiacchiere di carnevale
Le origini delle Chiacchiere di Carnevale
Sull’origine delle Chiacchiere di Carnevale esistono diverse teorie.Prima teoria: Antica Roma
Lipotesi più accreditata risale all’epoca dell’Antica Roma. Al tempo si preparavano dei dolcetti a base di uova e farina che venivano fritti nel grasso di maiale, e proprio da qui prendevano il nome di “frictilia”. Una testimonianza la troviamo nel De re coquinaria, un’antichissima raccolta di ricette di cucina romana compilata nel I secolo da Marco Gavio Apicio. Questo gastronomo e cuoco descriveva la loro preparazione come “frittelle a base di uova e farina di farro tagliate a bocconcini, fritte nello strutto e poi tuffate nel miele”. Squisite! Erano dolci preparati in occasione dei Saturnali e Baccanali, ovvero le feste che corrispondevano all’odierno Carnevale. Per i romani rappresentava un momento di festa popolare e di ricchi banchetti. Per questo i frictilia, essendo molto semplici da preparare e con ingredienti poveri, venivano fatti in grandi quantità da distribuire al popolo in festa. La tradizione è continuata nel medioevo in quelle che venivano chiamate le “feste dei folli” fino ad arrivare all’epoca cristiana.Seconda Teoria: origine Napoletana
La leggenda lo fa risalire alla Regina Margherita di Savoia. Come mai? La regina era solita prolungandosi in lunghe chiacchiere a corte, così lunghe da avere un certo senso di fame dopo un po’ che disquisiva con i suoi ospiti. Per cui, le capitò di domandare al cuoco della corte napoletana, Raffaele Esposito, di cucinarle un dolce. Il cuoco, dunque, per placare al più presto l’appetito della regina preparò queste semplici e veloci frittelle. Da qui, la loro funzione di rendere più piacevole la chiacchierata della Regina conferì loro il nome di “chiacchiere”. La ricetta è sopravvissuta fino ad oggi, modificandosi in base alle varie usanze regionali. La base tuttavia rimane sempre la stessa: sfoglie a strisce dai bordi leggermente rondellati e fritte in olio anziché nello strutto. Ma andiamo a scoprire come questa ricetta è andata via via ad adattarsi con le diverse usanze delle nostre regioni.Non Solo Chiacchiere

- Bugie in alcune zone del Piemonte e della Liguria • Cenci in Toscana • Chiacchiere in alta Umbria, basso Lazio, Abruzzo Citeriore, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, ma anche a Milano, nell’Emilia settentrionale e in alcune zone della Sardegna • Cróstoli in Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, alcune zone della Liguria • Fiocchetti in Montefeltro, Romagna • Frappe in Lazio, bassa Umbria, alcune zone delle Marche e dell’Emilia • Frappole in alcune zone della Toscana • Galàni zona tra Venezia, Padova e, in parte, Verona • Maraviglias in lingua sarda • Sfrappe nelle Marche); • Sfrappole a Bologna, Romagna • Stracci in alcune zone della Toscana • Rosoni a Modena
Le diverse versioni delle Chiacchiere di Carnevale

Come mangiarle e conservazione
Che siano a strisce, a rettangoli, a nodini o a fiocchetti, le Chiacchiere di Carnevale vengono servite fredde e possono essere ricoperte da zucchero a velo, miele o cacao. Oppure venire innaffiate da alchermes o, ancora, accompagnate da cioccolato fondente. Quest’ultima è una tradizione che deriva dal sanguinaccio, sangue di maiale fresco che attribuiva loro un sapore acidulo. Rispetto a tanti altri dolci hanno la caratteristica che, se conservate in un luogo fresco e asciutto e ben chiuse, si mantengono anche per settimane. Ormai le Chiacchiere sono diventate un dolce simbolo del Carnevale e chi siamo noi per opporci alla tradizione? Andiamo a scoprire come si preparano.Quali sono i segreti per preparare al meglio questi dolci tipici?
Come ogni preparazione della tradizione italiana, esistono tantissime ricette delle Chiacchiere di Carnevale, che alla fine si differenziano per piccolezze di regione in regione. Le tante ricette possono cambiare per la scelta degli aromi o per la stesura della sfoglia, che deve comunque risultare sottile ma con la giusta consistenza al morso.Ingredienti
La base, come abbiamo già detto, è un impasto uguale per tutte le versioni, e comprende farina, burro, zucchero, uova e una componente alcolica. Vino bianco, acquavite o grappa, Sambuca, Marsala, Vinsanto, Brandy o un altro liquore sono ottimi con le Chiacchiere di Carnevale. Poi, una volta pronto, l’impasto viene tagliato a strisce e a volte ripiegato a forma di nodo o fiocchetto.Cottura:
Esistono due versioni una più tradizionale e l’altra più moderna. La tradizione vuole la frittura, che le rende croccanti e friabili. Senza residui di unto, e piene delle classiche bolle superficiali che le caratterizzano. In pratica devono sciogliersi in bocca all’assaggio! Tuttavia, negli ultimi tempi si sta diffondendo la cottura al forno, considerata più salutare e leggera. Infine, una volta fredde, si spolverano con zucchero a velo o, a seconda della variante, si ricoprono di miele, cioccolato o alchermes. Oppure, ancora, si possono accompagnare con cioccolato fondente o mascarpone montato, e si servono in tavola pronte da gustare!La nostra ricetta delle Chiacchiere di Carnevale al forno
Per chi non mangia le uova può trovare una versione alternativa qui.
Ingredienti per circa 25 – 30 Chiacchiere di Carnevale:
- 250 g di farina 00
- 25 g di burro morbido
- 1 uovo
- 2 tuorli
- 40 g di zucchero semolato
- 20 g di rum bianco
- 8 g di lievito in polvere per dolci
- 1/2 baccello di vaniglia
- 1 pizzico di sale
- zucchero a velo per spolverizzare